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Avete mai provato un tablet Samjiyon? I prodotti «cyber-Juche» di Kim Jong-un

Avete mai provato un tablet Samjiyon? I prodotti «cyber-Juche» di Kim Jong-unMandala tecnologico di Leonardo Ulian

Corea del Nord Solo 3 milioni di nordcoreani su una popolazione di 24 milioni hanno sottoscritto un contratto telefonico

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 14 agosto 2016

Nel flusso di indiscrezioni e notizie non verificate o difficili da verificare che circondano la Corea del Nord è stata riportata la volontà di Kim Jong Un di permettere ad alcune istituzioni e personalità un uso più libero di Internet, così da essere aggiornati su ciò che accade nel mondo. L’indiscrezione rilanciata da Mbc News è stata smentita dal ministero per la riunificazione.

Come ricorda Amnesty International nel rapporto Connection Denied, la stragrande maggioranza dei nordcoreani è tagliata fuori da internet; al contrario possono navigare all’interno di kwamgyong, l’intranet nazionale che dà accesso soltanto a email e siti nordcoreani. La denuncia dell’associazione per la tutela dei diritti umani si concentra più nel dettaglio sulle politiche utilizzate dal regime per tagliare fuori i propri cittadini dall’accesso a informazioni estere.

Solo 3 milioni di nordcoreani su una popolazione di 24 milioni hanno sottoscritto un contratto telefonico, che comunque non comprende la possibilità di fare o riceve chiamate internazionali. E soltanto gli stranieri possono acquistare all’aeroporto di Pyongyang una sim card per chiamare all’estero o connettersi a internet. In più un unità speciale del dipartimento di pubblica sicurezza, il bureau 27, è incaricato monitorare le frequenze mobili mentre al contempo si è sviluppato un contrabbando di cellulari per telefonare fuori dal Paese, con il rischio di finire in carcere o in rieducazione.

Allo stesso tempo il regime ha iniziato una campagna di promozione di prodotti tecnologici «autarchici» e prodotti in Corea del Nord. Almeno dal 2014, ricorda, tra i nordcoreani si è sviluppato una forte domanda di prodotti e apparecchi tecnologici tale da portare il valore dell’export di tablet cinesi in Corea del Nord a 1,2 milioni di dollari. Gli stessi tablet “made in Dprk”, in varie versioni (Samjiyon, Arirang Woollim, Ryongheung, Noul) sono l’orgoglio delle fiere di tecnologia, Potrebbero però essere in realtà made in China, almeno stando a quanto riportato da alcuni esuli.

Al più si parla di dispositivi assemblati a Nord del 38esimo parallelo, su componenti cinesi. Un altro esempio di tale attenzione fu lo sviluppo del sistema operativo Red Star. L’ultimo ritrovato è invece un social network ispirato a Facebook, capace di attrarre diversi curiosi dal’estero, riporta il sito North Korea Tech, ma comunque ancora poco frequentato. Tutti segnali dell’importanza che Kim Jong Un sembra rivolgere all’economia della conoscenza. Ne scriveva lo scorso novembre il Science and Technology Policy Institute (STEPI). Dalla salita al potere il giovane leader ha cercato di ingraziarsi la comunità scientifica, allo scopo di rinvigorire il sistema della ricerca

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