Avellino, l’asse Mancino-De Mita va a segno
I due leoni della Dc irpina Ciriaco De Mita e Nicola Mancino, rispettivamente 90 e 86 anni, hanno indossato ancora i panni dei king makers e portato al ballottaggio alla […]
I due leoni della Dc irpina Ciriaco De Mita e Nicola Mancino, rispettivamente 90 e 86 anni, hanno indossato ancora i panni dei king makers e portato al ballottaggio alla […]
I due leoni della Dc irpina Ciriaco De Mita e Nicola Mancino, rispettivamente 90 e 86 anni, hanno indossato ancora i panni dei king makers e portato al ballottaggio alla carica di sindaco di Avellino l’avvocato Nello Pizza con il 42,9% dei consensi. Staccatissimo il candidato 5 Stelle, Vincenzo Ciampi, con il 20,22%: i pentastellati alle politiche avevano raccolto il 39,5% ma le amministrative sono un’altra partita. Sui muri del capoluogo, alla vigilia del voto, erano apparsi dei manifesti ironici che ritraevano De Mita (attuale sindaco di Nusco) e Mancino in effusioni, in effetti il patto tra i due arriva dopo anni di battaglie furiose. La rottura risale al 2008 quando l’allora segretario del Pd Walter Veltroni impedì la ricandidatura in parlamento di Ciriaco De Mita, che uscì dal partito per fondare l’Udc.
Alle elezioni regionali campane del 2010 De Mita si schierò con il centrodestra, alle comunali di Avellino nel 2013 ingaggiò una battaglia campale contro Mancino e il suo candidato del Pd, Paolo Foti (poi eletto), al punto che Mancino dichiarò: «L’onorevole De Mita è abituato a scegliersi di volta in volta un nemico e a offenderlo a freddo». Poi però alle regionali del 2015 il sindaco di Nusco cambia idea e passa al centrosinistra, alle politiche del 4 marzo non riesce a far eleggere il nipote in parlamento nella coalizione retta dal Pd e per la tornata del 10 giugno decide di ricucire con Nicola Mancino convergendo su Pizza.
Tra una giravolta e l’altra, i dem si sono spaccati: il partito è passato dalla tutela di un direttorio imposto dal Nazareno al commissario fino all’elezione del nuovo segretario provinciale ad aprile. Nomina però contestata dal potente ex sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, che non ha neppure appoggiato Pizza. Una parte dei dem ha così scelto di seguire Luca Cirpiano, transfuga dal Pd, arrivato terzo con il 13%.
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