Sabato il record assoluto della pandemia, 10mila nuovi contagi in un solo giorno, su una popolazione di 9 milioni di abitanti. Spaventosa l’ultima media settimanale registrata dall’agenzia Ages, l’istituto superiore di sanità austriaco: 635 contagi su 100mila abitanti. Così da ieri sono scattate le misure dure preannunciate, «finalmente e troppo tardi» commenta la maggioranza dei media, trovandosi l’Austria tra gli ultimi posti in Europa in materia di vaccini, fermi al solo 65%. Superato il piano a scalini di 10 giorni fa, da ieri è in vigore la misura più drastica, un «lockdown» del tempo libero per i non vaccinati. Per accedere a ristoranti, bar, cinema e teatri, iniziative culturali con più di 25 persone, per lo sport e per il parrucchiere valgono solo i due g, geimpft e genesen, vaccinato e guarito, e non più il terzo g, getestet, testato. A questo punto l’unico svago rimasto ai no vax sono musei e biblioteche, frequentabili con tampone e mascherina ffp2. Oppure vaccinarsi come hanno scelto in massa gli incerti ed esitanti.

L’ultimo weekend si sono viste lunghissime code davanti ai vari hub vaccinali, soprattutto a Vienna, già comunque più avanti coi vaccini e la più bassa nei contagi, 394 settimanali grazie a una politica molto più accorta, differente dal governo nazionale, del sindaco socialdemocratico (Spoe) Michael Ludwig. Persino nel duomo Santo Stefano, in un ala laterale, durante la messa è stato allestito un punto vaccini. In Alta Austria invece, la regione con il numero più basso di vaccinati e il più alto, non a caso, dei contagi, 983 l’ultima media settimanale, la domenica i centri vaccini erano chiusi. «Non abbiamo previsto un’esplosione di domanda» si è giustificato il governo regionale di popolari (Oevp) ed estrema destra della Fpoe di Herbert Kickl, in prima linea della propaganda no vax.

Una settimana speciale di campagna vaccini nazionale ha chiesto ieri la segretaria della Spoe, Pamela Rendi Wagner, all’opposizione del governo tra Popolari (Oevp) e Verdi. Dai sondaggi lampo condotti ieri da tv e radio risulta come maggiore motivazione a vaccinarsi è l’esclusione dalle osterie. In proposito, il nuovo cancelliere successore di Sebastian Kurz, Alexander Schallenberg, ha parlato di necessità di «tirare più strette le briglie» evitando le parole obbligo vaccinale. In realtà, ha commentato il quotidiano viennese Der standard, «è stato introdotto un obbligo vaccinale dalla porta di servizio, o meglio dalla porta delle osterie». Nei posti di lavoro vale la regola dei 3 g, del green pass modello italiano, con la differenza dei tamponi gratis. Nei negozi obbligo di mascherina Ffp2.

L’Orf, la televisione di stato austriaca, domenica ha fatto rivedere i cartelloni trionfalistici celebranti la fine della pandemia fatti affiggere da Sebastian Kurz in luglio, accusando la mancanza di ogni strategia vaccinale, il lassismo da liberi tutti generale. Ora la svolta, con misure che per la prima volta prevedono controlli e multe anche severe.