Austerity tedesca: dal 2025 stop agli aiuti militari all’Ucraina
Germania Il governo Scholz trova l’accordo sul bilancio: il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, taglia le armi a Kiev. Ma per comprare dagli Usa lo stock di 600 missili anti-aerei si trovano 5 miliardi
Germania Il governo Scholz trova l’accordo sul bilancio: il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, taglia le armi a Kiev. Ma per comprare dagli Usa lo stock di 600 missili anti-aerei si trovano 5 miliardi
Il leader dei liberali impone lo stop all’invio di ulteriori armi all’Ucraina. Clamorosa svolta a Berlino: d’ora in poi il governo Scholz non approverà più alcuna nuova fornitura militare all’esercito di Kiev ma si limiterà unicamente a rispettare i contratti in corso.
Ufficialmente la decisione si deve all’inflessibile piano di austerity per il 2025 stilato dal ministro delle Finanze di Fdp, Christian Lindner, che prevede la «netta rimodulazione» delle più preoccupanti voci in uscita del bilancio federale. Approvato ieri dalla coalizione Semaforo dopo settimane di duro scontro tra Spd, Verdi e liberali, il budget destinato al prossimo anno, a cui mancano 12 miliardi, obbliga a chiudere l’enorme rubinetto inter-ministeriale degli aiuti all’Ucraina.
Solo nei primi 24 mesi di guerra questo capitolo di spesa è costato alla Repubblica federale circa 28 miliardi di euro, equivalenti a oltre il 10% del totale stanziato dai 41 paesi dell’alleanza internazionale a sostegno di Kiev.
Ora la Locomotiva d’Europa non ce la fa più, e non è solo e tanto una questione di soldi. Pesa anzitutto la inequivocabile stanchezza dei tedeschi segnalata da tutti i sondaggi: in larghissima maggioranza comprendono sempre meno l’enorme sforzo bellico di cui non vedono la fine e che finora di tangibile ha prodotto giusto la fine del miracolo economico dell’era Merkel fondato sul gas russo a basso prezzo.
In più il 1 settembre si vota per il rinnovo dei Parlamenti di Turingia e Sassonia: due Land della ex Ddr investiti in pieno dal ridimensionamento delle industrie energivore provocato dalla distruzione del Nordstream e dalla nazionalizzazione delle raffinerie gestite dall’impresa petrolifera russa Rosneft. Sono le roccaforti elettorali di Afd e dell’Alleanza Sahra Wagenknecht, due partiti per motivi diversi favorevoli alla ripresa del dialogo con la Russia. Preludio delle elezioni federali del 2025: un incubo per i partiti del governo Scholz colati a picco nell’indice di gradimento degli elettori, compresa Fdp guidata da Lindner che addirittura rischia di non superare la soglia di accesso al Bundestag.
Problemi più vitali della contingenza del budget ristretto; il governo Scholz è ben consapevole che il vero prezzo della guerra in Ucraina gli verrà presentato alle prossime urne. Anche perché Berlino sembra avere trovato senza troppi problemi gli oltre 5 miliardi di euro necessari a comprare dagli Usa uno stock di 600 missili anti-aerei per rifornire le nove batterie Patriot attualmente in dotazione alla Bundeswehr. Spesa gigantesca posta debitamente a riparo dalla scure del ministro Linder: è stata confermata ventiquattro ore prima dell’annuncio dello stop alle future forniture belliche per Kiev.
Se appare scontato che gli ucraini non saranno per niente felici dell’effetto collaterale dell’austerity di Berlino, di certo questa volta non potranno chiedere agli Usa di esercitare pressione sul governo Scholz, come ai tempi in cui il cancelliere si dimostrava recalcitrante a inviare i Leopard e a estendere l’impiego delle armi tedesche al territorio russo.
I missili made in Usa servono a «ripristinare la capacità di difesa della Nato» e nel caso specifico della Germania a compensare le sue tre batterie Patriot prestate all’esercito del presidente Zelensky, tengono a precisare a Washington, dimostrando come Scholz adesso non sia più l’anello debole dell’Alleanza atlantica incolpabile della fallimento dell’unità della Nato ma il più importante tassello del riarmo nucleare dell’Ue. Dopo che il cancelliere si è dimostrato in grado di far digerire alla Spd (il partito che prima della guerra era per il ritiro delle atomiche Usa dalle basi Nato in Renania) il ritorno degli euromissili sul suolo tedesco a partire dal 2026.
Mentre l’ipotesi della ritorsione di Berlino contro Kiev, in linea con il mandato di cattura della procura tedesca che due giorni fa ha chiesto l’arresto di un cittadino ucraino per il sabotaggio del Nordstream, appare largamente infondata.
Lindner ha impugnato la forbice dell’austerity prima della richiesta di arresto dei magistrati, nonostante abbia comunicato i tagli all’Ucraina al cancelliere Olaf Scholz e al ministro dell’Economia Robert Habeck soltanto ai margini della sessione sul bilancio.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento