Anya ha 28 anni, il passaporto russo, è in Italia dal 2020 e dall’anno successivo frequenta il conservatorio di Bologna grazie a una borsa di studio. Come tutti i cittadini extracomunitari, ogni anno deve presentare in questura i documenti per il rinnovo del permesso di soggiorno: prima di Natale, diligentemente, fa tutti i passaggi formali del caso, affrontando con pazienza i sin troppo accidentati percorsi burocratici, tra moduli da riempire e bollettini da pagare. Tra i pagamenti c’è anche quello al Servizio sanitario nazionale: 149 euro.

È A QUESTO PUNTO però che la storia prende una piega strana: il 30 dicembre, a Roma, il parlamento approva la legge numero 213: il bilancio. E il contributo per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale dovuto dai cittadini extracomunitari in Italia per motivi di studio si alza e cresce fino a quota 700 euro, + 547%. Di per sé un’enormità, nel caso di Anya anche la causa di una situazione che ha dell’assurdo. Ieri, infatti, il suo medico di base l’ha contattata per comunicarle che non risultava più iscritta all’elenco dei suoi pazienti. «Una chiamata arrivata all’improvviso», racconta Salvatore, il compagno di Anya, al manifesto. «Ci abbiamo messo un po’ a capire per quale motivo questa iscrizione non risultasse e ce l’abbiamo fatta solo dopo essere andati al Cup di Bologna, che ci ha messo di fronte al fatto compiuto: quando abbiamo presentato la domanda per il rinnovo del permesso di soggiorno abbiamo pagato 149 euro invece di 700».

IL PERMESSO di soggiorno di Anya reca come data di scadenza il 31 marzo scorso ma, si sa, le carte è sempre meglio prepararle con largo anticipo, per questo Anya era già pronta a dicembre. E nessuno nel frattempo l’ha avvisata della moltiplicazione del contributo per il Servizio sanitario nazionale. Poteva andare molto peggio, se possibile: i cittadini stranieri collocati alla pari devono affrontare un aumento del 547% anche del loro contributo, passato da 219 a 1.200 euro. Questi rialzi hanno portato la spesa media dei cittadini stranieri per la sanità da circa 1.200 euro di media a 2.000 euro.

IL CONSERVATORIO di Bologna, tra i più importanti al mondo, è frequentato da decine di studenti con un passaporto non europeo. Alcuni hanno rimediato al rialzo delle tariffe varato dal governo Meloni rivolgendosi ad assicurazioni private, che talvolta possono essere anche molto poco costose, ma che di certo non offrono le garanzie della sanità pubblica, a partire proprio dall’iscrizione negli elenchi dei medici di base. Ma se il consueto assist ai privati colpisce fino a un certo punto, la storia di Anya racconta anche qualcosa in più. Ad essere colpiti, infatti, sono soprattutto i cittadini stranieri. Non solo nel portafoglio, ma anche nei loro diritti, a partire da quello alla salute. Attualmente la questione è appesa al decreto Milleproroghe, con diversi emendamenti che puntano a differire l’entrata in vigore delle nuove tariffe o comunque esentare almeno alcune categorie, come proprio gli studenti. «In base alla nuova disciplina – sostiene l’associazione Avvocato di strada di Bologna – molte persone, pur potendo regolarmente rimanere sul territorio nazionale, rischiano di non poter più accedere ad un elevato numero di prestazioni sanitarie a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti a sostenere il costo annuale previsto per l’iscrizione facoltativa al Servizio sanitario nazionale». E ancora: «Per tutti gli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale le prestazioni sanitarie dovranno comunque essere corrisposte, sebbene le stesse saranno soggette alla tariffe determinate dalle regioni e province autonome e, in ogni caso, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva, anche ai cittadini stranieri non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno nel territorio italiano».

CONCLUDE SALVATORE: «Adesso siamo in una situazione di stasi. Dalla questura di Bologna ci avevano comunicato di aver ricevuto tutta la nostra documentazione, ma a questo punto non abbiamo la minima idea se la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno di Anya sia valida o meno».