Due israeliani sono stati uccisi e altri otto feriti, quattro dei quali in modo grave, in un attacco armato compiuto in via Dizengoff a Tel Aviv, nel centro della città costiera. Si tratta del quarto attentato in meno di tre settimane in Israele. Nei precedenti, avvenuti a Beersheva, Hedera e Bnei Brak, erano state uccise 11 persone, otto civili e tre poliziotti, oltre ai quattro attentatori. Ieri sera la polizia parlava di un unico attentatore, armato di un mitra, in fuga e ricercato da centinaia di agenti delle forze di sicurezza. Il comune di Tel Aviv e la polizia hanno invitato gli abitanti a rimanere in casa e a stare lontani dalle finestre.

La sparatoria è avvenuta in diversi punti lungo Dizengoff, una delle strade più trafficate di Tel Aviv, soprattutto di sera. Subito dopo le tv locali e sui social sono apparse immagini di decine di persone in fuga e di agenti delle forze di sicurezza alla caccia dell’attentatore. L’uomo, un palestinese – non si sapeva ancora se arabo israeliano (ossia con cittadinanza israeliana) come nei primi due attentati o giunto dalla Cisgiordania occupata come nell’attacco a Bnei Brak – ha aperto il fuoco sulla folla in strada e sulle persone sedute ai tavoli dei pub e ristoranti. Quindi si è dato alla fuga. Per molti minuti, tra scene di panico, le ambulanze hanno fatto la spola tra via Dizengoff e l’ospedale Ichlov. I rappresantanti in Israele di Stati uniti ed Unione europea hanno condannato le nuove uccisioni.

Il primo ministro Naftali Bennett ha ricevuto gli aggiornamenti della situazione nel quartier generale dell’esercito israeliano a Tel Aviv. Martedì il premier – che da due giorni è alle prese con la crisi del suo governo di coalizione – aveva detto che Israele ha sventato 15 attacchi nelle ultime due settimane. Nel 2016 avvenne una sparatoria in un pub di via Dizengoff: due persone restarono uccise e diverse altre ferite. L’aggressore, un arabo israeliano, riuscì a scappare ma fu ucciso dalla polizia pochi giorni dopo.