Alle 8.30 di New York, le 14.30 italiane, in un vagone della metropolitana un uomo vestito da operaio edile ha indossato una maschera antigas, lanciato un fumogeno nel vagone prima di aprire il fuoco e colpire più persone, sia nel vagone che sulla banchina di una stazione di Brooklyn, del quartiere di Sunset Park.

DURANTE LA PRIMA conferenza stampa tenuta 4 ore dopo la sparatoria, il capo della polizia di New York Keechant Sewell ha affermato che gli spari hanno ferito almeno 8 persone e che in totale almeno 16 sono rimaste ferite in modalità in correlate all’attacco; che non ci siano stati morti è abbastanza miracoloso.
Stando alle prime ricostruzioni, dopo la sparatoria alcune persone sono salite su un altro treno che passava dalla stessa fermata in modo da allontanarsi velocemente dalla scena, e questo ha inizialmente creato confusione riguardo il numero di sparatorie e sulla possibilità di più attacchi coordinati. Verso mezzogiorno è stato chiaro che l’attacco fosse uno solo, ma l’identità dell’uomo che ha sparato e le ragioni dell’attacco non sono note; l’uomo non ha pronunciato nessuna parola prima di aprire il fuoco, e durante la prima dichiarazione ufficiale Sewell ha affermato che la sparatoria al momento non sembra riconducibile al terrorismo.

A SORPRENDERE è il luogo dove è avvenuta la sparatoria, la fermata in un quartiere di Brooklyn lontano dal turismo, abitato da comunità di immigrati della classe operaia, considerato uno dei quartieri più multietnici della città; quella specifica stazione della metropolitana è al centro di una comunità latinoamericana composta principalmente da portoricani, dominicani, centroamericani ed ecuadoregni e rappresenta uno snodo importante per i pendolari di Brooklyn.
L’episodio arriva durante un’ondata di legati a sparatorie che stanno investendo New York City mentre la città lotta per riprendersi dalla pandemia, un’ondata dopo l’altra. Il sindaco Eric Adams non era presente alle conferenze stampa perché ha contratto il Covid-19, e a rappresentare la politica è stata la governatrice Kathy Hochul che ha ripetuto la dichiarazione esasperata di tutti i governatori democratici che si ritrovano a dover affrontare un mass shooting, le sparatorie di massa che avvengono a distanza sempre più ravvicinata. «No more», mai più, ha ripetuto Hochul: «Il senso di tranquillità e normalità dei newyorkesi è stato brutalmente interrotto da un individuo freddo e depravato che non si è preoccupato delle persone che ha aggredito con le armi. Bisogna fermare questa violenza armata».
Il presidente Joe Biden ha seguito gli eventi, e la sparatoria nella città più rappresentativa degli Usa arriva il giorno dopo il suo annuncio riguardo una nuova legge sulle armi da fuoco che dovrebbe servire a contenere l’uso delle cosiddette “pistole fantasma”, armi non regolamentate e non rintracciabili, realizzate con kit di costruzione e assemblaggio e che non hanno numero di matricola.

LA NUOVA LEGGE serve a colmare una lacuna critica nella capacità del governo Usa di rintracciare armi: finora chiunque, indipendentemente dall’età, dalla fedina penale, dalle condizioni di stabilità mentale, poteva acquistare i kit e assemblare un’arma. A spingere Biden ad affrontare l’ira dei repubblicani e la loro opposizione a qualsiasi limitazione al possesso di armi, è stato proprio il numero crescente di episodi di violenza armata. Biden ha anche nominato l’ex procuratore federale Steve Dettelbach alla guida del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, Atf, sapendo di innescare così una dura battaglia per la sua conferma, in gran parte perché i gruppi per il diritto al possesso di armi si oppongono a qualsiasi candidatura all’agenzia.

DETTELBACH ha poi un profilo proprio indigesto: ha iniziato la carriera nella divisione per i diritti civili del Dipartimento di Giustizia di Bill Clinton, ha ricoperto incarichi alla Commissione giustizia del Senato, ha prestato servizio nella Commissione etica dell’Ohio, è stato assistente procuratore, ha lavorato nella task force sulla criminalità organizzata e la corruzione, e sotto l’amministrazione Obama è stato nominato membro dei comitati consultivi dei procuratori generali Loretta Lynch ed Eric Holder mentre prestava servizio come procuratore degli Usa.