Un’«aggressione israeliana» l’ha definita l’agenzia di stampa siriana Sana, mentre la televisione di stato iraniana ha aggiunto l’aggettivo «terrorista». Un attacco condotto con almeno quattro missili ieri ha abbattuto un intero edificio di quattro piani nella capitale siriana Damasco, nel quartiere sudoccidentale di Mazzeh, uccidendo cinque «consiglieri militari» del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica di Teheran, oltre a un numero imprecisato di militari siriani. Secondo il Syrian Observatory for Human Rights le vittime complessive sarebbero dieci. I nomi degli alti ufficiali iraniani – Hojjatollah Omidvar, Ali Aghazadeh, Hossein Mohammadi, Saied Karimi e Mohammad Amin Samadi – sono stati diffusi dalle guardie della rivoluzione, omettendo i gradi. «Ancora una volta – si legge nella nota – il regime criminale sionista ha violato la città di Damasco». Secondo l’agenzia iraniana Mehr fra le vittime ci sarebbero il direttore del dipartimento di intelligence del Corpo militare in Siria e il suo vice.

Il governo iraniano, con le parole del portavoce del ministro degli Esteri Nasser Kanani, ha condannato «l’escalation di attacchi aggressivi e provocatori» attribuiti a Tel Aviv. E ha aggiunto che Teheran si riserva di rispondere «nel luogo e al momento appropriati».
Nella serata di ieri Israele non aveva ancora commentato l’attacco, che si aggiunge alle centinaia condotti in Siria negli ultimi anni, rivolti a obiettivi collegati al regime iraniano, intensificatisi dopo l’attacco di Hamas del sette ottobre. Il mese scorso nel Paese è stato ucciso il generale del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica Sayyed Razi Mousavi.
Una fonte «ben informata» citata da Al Jazeera sostiene che l’obiettivo del raid fosse un’unità d’intelligence del braccio militare della Repubblica islamica.