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Assolti i miliziani di destra che volevano rapire la governatrice del Michigan

Assolti i miliziani di destra che volevano rapire la governatrice del MichiganLa governatrice del Michigan (Usa) Gretchen Whitmer durnte un discorso nel 2020 – Michigan Office of the Governor via AP

Stati uniti Il verdetto di una giuria federale sul complotto contro la Democratica Gretchen Whitmer. Secondo l’accusa gli imputati volevano processarla e causare una guerra civile

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 10 aprile 2022

Dopo aver deliberato per la maggior parte della settimana, una giuria federale ha assolto 2 dei 4 uomini accusati di un complotto contro la governatrice democratica del Michigan Gretchen Whitmer, e li ha dichiarati non colpevoli di cospirazione finalizzata al suo rapimento, mentre per gli altri 2 imputati la giuria non è riuscita a raggiungere un verdetto. Tutti e 4 gli imputati – Adam Fox, Barry Croft, Daniel Harris e Brandon Caserta – rischiavano l’ergastolo, e si erano dichiarati non colpevoli.

All’indomani della rivolta del 6 gennaio, quello del Michigan rappresentava uno dei casi di terrorismo interno di più alto profilo del Paese: un presunto complotto per rapire la governatrice, eliminare i suoi dispositivi di sicurezza, usare armi di distruzione di massa (esplosivi che secondo l’accusa i quattro pianificavano di usare contro la scorta di Whitmer), e scatenare una guerra civile.

Questo epilogo è una sconfitta non da poco per i pubblici ministeri federali e per il Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Biden, che ha fatto del terrorismo interno una delle sue massime priorità.

Adam Dean Fox e Barry Croft Jr., foto Kent County Sheriff via Ap

Durante il processo i pubblici ministeri hanno descritto il perché i 4 imputati dovessero essere ritenuti una minaccia per la democrazia, affermando che appartenevano a gruppi di miliziani allenati alla guerriglia, con un piano per irrompere nella casa delle vacanze di Whitmer al fine disequestrarla e metterla sotto processo per tradimento.

Inoltre gli imputati speravano, rapendo la governatrice, di porre fine alle regole restrittive causate dalla pandemia e che un atto del genere avrebbe spinto il Paese verso una seconda guerra civile, dove le forze di destra avrebbero prevalso.

I 4 miliziani erano stati arrestati settimane prima delle elezioni del 2020, e il caso è stato visto come rivelatore di intenzioni sempre più belligeranti tra alcuni gruppi di destra in vista del voto. Una serie di passi falsi durante le indagini, e l’incapacità di ottenere la condanna degli imputati, sollevano interrogativi sulla capacità delle forze dell’ordine federali, quando si infiltrano nei gruppi di destra, di sviluppare casi convincenti e che non vadano contro due emendamenti chiave: quello della libertà di espressione e quello riguardante il diritto di possedere armi.

I pubblici ministeri avevano costruito il loro caso su una raccolta di registrazioni audio e sms in cui i quattro discutevano del modo migliore per rapire Whitmer, ma gli avvocati difensori hanno descritto gli imputati come degli sbruffoni che avevano il diritto di dire quello che volevano, e di girare armati.

Dopo i verdetti il capo dello staff di Whitmer ha rilasciato una dichiarazione per chiedere «conseguenze per coloro che commettono crimini truci», aggiungendo che «senza attribuire responsabilità, gli estremismi vengono incoraggiati».

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