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Assalto a Capitol Hill, una telefonata da Mar-a-Lago e la commissione d’inchiesta salta

Assalto a Capitol Hill, una telefonata da Mar-a-Lago e la commissione d’inchiesta saltaLa protesta del 6 gennaio a Washington – Ap - LaPresse

Stati uniti Approvata alla camera con dieci voti repubblicani, ma l’accordo politico che angoscia Trump è pronto per essere silurato al senato. Le commissioni d'inchiesta sono parte del costume politico Usa. La prima venne creata da George Washington nel 1797 per indagare sulla «Ribellione del whiskey»

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 21 maggio 2021

Tre giorni ci hanno messo, solo tre giorni. E un accordo politico stipulato tra negoziatori autorizzati e discusso in settimane o mesi, è saltato in aria all’improvviso. La «Commissione d’inchiesta sull’assalto al Campidoglio» è partita, ed è un fatto storico: la camera l’ha approvata con un rotondo 252-175, significa che un pugno di deputati repubblicani ha infranto la disciplina di partito. Ma la «Commissione 6 gennaio», come viene anche chiamata, è pronta per essere silurata al senato: servirebbero almeno 10 franchi tiratori repubblicani ma, che sorpresa, l’accordo che pareva fatto si è sciolto. Qualche telefonata da Mar-a-Lago, la supervilla in Florida dove l’ex presidente Trump trascorre un impegnativo esilio, e la storica commissione non s’avrà da fare.

L’AGGRESSIONE AL CAMPIDOGLIO è già roba da libri di storia: 5 morti, 140 feriti e circa 400 arresti, fino ad ora, per quello che è stato il più grave degli attacchi interni alla democrazia americana. All’inizio di febbraio i democratici avevano promesso una commissione d’inchiesta «come quella sull’11 settembre» (che in effetti indagò a lungo e produsse un corposo librone, ma lasciò agli storici molti interrogativi).

Le commissioni d’inchiesta parlamentari o presidenziali sono parte del costume politico americano. La prima la nominò George Washington nel 1797, per indagare sulla «Ribellione del whiskey» di Philadelphia, quando coltivatori di grano e distillatori malmenarono un po’ di esattori federali venuti a incassare una nuova tassa di qualche centesimo al gallone. Washington armò l’esercito e lo condusse personalmente ma qualche arresto fu sufficiente, la commissione stroncò le ultime velleità dei distillatori di grano della Pennsylvania – mentre quelli del Kentucky si buttarono sul mais esentasse e inventarono il bourbon. C’è da dire che l’onesto presidente, concluso il mandato, diventò il primo produttore di whiskey dei neonati Stati uniti.

Da febbraio a oggi, democratici e repubblicani hanno negoziato su modalità e limiti della «Commissione 6 gennaio». Chi sapeva dell’assalto, quanto sapeva, se è stato ordinato e coordinato e da chi, oppure se sia stato un sussulto di spontaneismo violento, e di chi. Tutto gira intorno allo stesso nome: Donald Trump, la sua tremenda conferenza stampa fuori dal palazzo, le poco velate richieste di intervento contro la frode elettorale, e poi l’attacco alla sede del parlamento nel momento in cui stava per votare il nuovo presidente e rendere irreparabile la sconfitta.

CAPIRE L’ASSALTO al Campidoglio è capire il trumpismo, fenomeno tutt’altro che vinto. È capire un pezzo di storia americana. Se lo strumento giusto sia una commissione d’inchiesta è discutibile, in Italia ne abbiamo una triste esperienza e negli Usa ne hanno nominate almeno 150 negli ultimi trent’anni, ma hanno anche scritto pagine di storia – e non sempre quella desiderata da chi le aveva nominate. La commissione Kerner sulla rivolta nera di Detroit fu voluta da Lyndon Johnson e concluse che «il nostro paese muove verso due società, una nera, una bianca – separate e diseguali». Sembra scritto ieri, invece era il 1968. Johnson non si ricandidò.

E COSÌ IL NEGOZIATORE repubblicano John Katko lunedì è stato inviato dal partito a chiudere l’accordo (10 commissari tutti esterni al Congresso, presidente democratico e vice repubblicano), martedì è stato buttato politicamente sotto un tram da tutti i capi del Grand Old Party che si sono sfilati in massa, mercoledì hanno votato (quasi) tutti contro. Da Mar-a-Lago poche caustiche frasi soddisfatte. Trump ha già sei inchieste sul groppone e quella di New York – in sostanza, valori immobiliari gonfiati quando deve ottenere un prestito e sgonfiati quando deve pagare le tasse – è appena diventata penale. Non aveva bisogno di una Commissione anti-squadrismo.

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