La quarta giornata di udienze pubbliche riguardanti l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 ha aggiunto nuovi dettagli alla ricostruzione del tentativo di frode elettorale da parte di Trump. Al centro dell’udienza sono state le pressioni e le minacce fatte dal tycoon e dai suoi avvocati ai funzionari repubblicani che non volevano cambiare il risultato delle elezioni.

Le testimonianze sono state di forte impatto emotivo, come se, dopo essersi appellata alla ragione durante le tre udienze precedenti, la Commissione avesse voluto chiamare in causa l’emotività collettiva. La testimonianza più potente è stata quella di Rusty Bower, portavoce della maggioranza Gop alla Camera dell’Arizona che, letteralmente con le lacrime agli occhi, ha raccontato di come Trump abbia cercato di fargli tradire il suo «giuramento e la Costituzione».

«Era una tragica parodia – ha detto Bowers, descrivendo i tentativi di Trump e dei suoi avvocati, Giuliani e Eastman – Ho chiesto se avessero le prove di questi brogli e Giuliani mi ha detto di sì, e il presidente ha affermato che 200 mila illegali avevano votato. Non mi hanno mai mandato le prove. Poi Giuliani mi disse che in realtà erano teorie. Sono repubblicano, ho giurato sulla Costituzione».

La narrativa del tycoon e dei suoi legali è stata dettagliata dai testimoni, che hanno descritto una fantasiosa ricostruzione composta da immaginari brogli commessi dai democratici, voti a favore del Gop fatti da persone decedute prima delle elezioni, teorie riguardanti «centinaia di migliaia» di illegali che avrebbero votato per Biden e valige piene di schede elettorali favorevoli ai dem portate illegalmente ai seggi di Philadelphia. Durante l’udienza sono stati anche svelati i trucchi per cercare di sostituire i Grandi Elettori veri, con una lista preparata ad hoc dagli avvocati di The Donald, che, una volta in tribunale, ne avrebbero poi confutato la legalità, con l’intento di invalidare le elezioni.

Una specie di gioco delle tre carte architettato dall’ex presidente per inficiare il risultato, creare artificialmente un clima di incertezza, con il fine di chiedere alla magistratura di annullare il risultato delle elezioni.

«Questa udienza sta facendo un buon lavoro portando a casa il duplice risultato che lo schema di Trump era A) molto, molto idiota B) molto, molto reale», ha commentato su Twitter Jordan Weissman, capo redattore di Slate.

Il ritratto di Trump che ne viene fuori è quello di un bullo i cui sforzi di restare al potere sfiorano la parodia di un film sulla mafia, con tanto di avvertimenti obliqui e messaggi fra le righe, vendicativo e spietato. Immagine confermata dalle reazioni che l’ex presidente sta avendo in questa tornata di primarie in vista del voto di midterm che si terrà a novembre.

Martedì si è votato in Alabama, Georgia, Virginia e Washington, DC. In Alabama, Katie Britt, candidata sostenuta da Trump, ha vinto e sarà lei a correre per il seggio di senatore; inizialmente, però, il tycoon aveva appoggiato Mo Brooks, per poi ritirare il suo supporto a marzo, non perché Brooks fosse poco di destra, ma perché aveva esortato la base a passare oltre la storia delle elezioni rubate nel 2020.

In Georgia, invece, per i repubblicani, i 2 candidati sostenuti da Trump hanno perso i ballottaggi, e a sfidare i dem saranno 2 centristi, mentre nella super democratica Washington DC, la sindaca Muriel Bowser ha vinto le primarie ed è ora pronta a vincere il terzo mandato