L’udienza della Commissione della Camera che sta investigando sull’attacco al Campidoglio del 6 gennaio é arrivata a quello che i media Usa ormai chiamano il finale di stagione, come per le serie tv e, in prima serata di giovedì, ha scandagliato i 187 minuti durante i quali Donald Trump si è rifiutato di porre un freno alla sua base che, dietro suo suggerimento, cercava di mettere a ferro e fuoco Capitol Hill per fermare la certificazione della vittoria di Joe Biden.

UN NUMERO sorprendente di repubblicani, famigliari e aiutanti di Trump, ha testimoniato sotto giuramento, che l’intero Paese è stato messo a rischio dal favorito per la nomina repubblicana del 2024. Il messaggio, ripetuto più e più volte, é che chi era vicino a Trump ha insistito per ore affinché facesse qualcosa. Trump, invece, guardava l’assalto su Fox news. La Commissione ha ora svelato i dietro le quinte di 3 ore abbondanti del 6 gennaio, mentre il tycoon non era visibile al pubblico.

13,10: Trump conclude il suo comizio dicendo: “Stiamo andando al Campidoglio”. Consapevole che il Campidoglio era sotto attacco, sale sul Suv presidenziale dove litiga violentemente con i funzionari della sicurezza che, invece, lo riportano alla Casa Bianca per proteggere la sua incolumità.
La Commissione ha voluto difendere la credibilità di Cassidy Hutchinson, stretta collaboratrice del presidente che il mese scorso ha fornito una testimonianza devastante, rivelando la lotta a bordo del Suv presidenziale. Le testimonianze di un funzionario della sicurezza della Casa Bianca e di un sergente di polizia hanno confermato le parole di Hutchinson, e smentito i servizi segreti che sostengono non sia mai accaduto nulla di tutto ciò.

13.25-16.03: Trump resta nella sala da pranzo privata presso lo Studio Ovale, sintonizzato su Fox News tutto il pomeriggio, telefonando a senatori Gop per chiedere di ritardare o opporsi al processo di certificazione. Ivanka Trump, il capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows e il leader repubblicano alla Camera Kevin McCarthy hanno chiesto inutilmente al tycoon di aiutare a far rientrare i rivoltosi. Un testimone anonimo ha raccontato che la tensione al Campidoglio era tale che i membri della sicurezza del vicepresidente Mike Pence telefonavano alle famiglie per salutarle, convinti di potere essere uccisi dalla folla che voleva impiccare Pence.

13,59: la polizia di Washington dichiara che l’attacco al Campidoglio é una rivolta. In quel preciso momento, Trump twitta il link al suo discorso delle 13 in cui chiede di marciare al Campidoglio.

14,24: Trump twitta che “Mike Pence non ha avuto il coraggio di fare ciò che doveva essere fatto”. Il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump visto il tweet, decide di dimettersi.

14,38: Trump twitta di “restare pacifici”.

15,13: A quel punto, Trump é a conoscenza delle violenze al Campidoglio da circa 2 ore. Don Jr scrive a Meadows: “Deve condannare questa merda al più presto”.

16,17: Trump twitta un video dal Giardino delle Rose, la prima apparizione pubblica dall’inizio dell’attacco, esortando i rivoltosi ad “andare a casa”, aggiungendo “vi amiamo, siete molto speciali”.

La parte più sorprendente sono i dietro le quinte dei messaggi video registrati da Trump, il 6 e poi il 7 gennaio, quando viene finalmente convinto da Ivanka Trump a chiedere calma.
Si vede The Donald recalcitrante, in difficoltà nel veicolare un messaggio che non condivide. Specialmente durante il messaggio del 7, Trump si rifiuta di leggere la frase “le elezioni sono finite”, e continua a ripetere che gli sono state rubate.

É CHIARO che Trump non ha cercato di fermare l’assalto al Campidoglio, ma voleva che accadesse; la commissione ha riprodotto l’audio di McCarthy, mentre dice che Donald Trump “ha la responsabilità” dell’attacco e dovrebbe dimettersi, e, in privato anche altri alleati di Trump si sono sfogati riguardo all’atteggiamento dell’ex presidente in quel giorno, incluso l’ex responsabile delle comunicazioni della campagna, Tim Murtaugh, che ha accusato il tycoon di non aver ammesso la sua responsabilità per la morte di un agente di polizia del Campidoglio.

TRUMP NON HA MAI chiamato le forze dell’ordine o il Pentagono, per cercare di sedare la violenza. Il capo di stato maggiore, generale Mark Milley, nell’audio della sua deposizione ha espresso sgomento per la (non) risposta di Trump: “Sei il comandante in capo: hai un assalto in corso al Campidoglio degli Stati Uniti d’America e non fai niente? Nessuna chiamata? Zero?”.

L’ultima udienza pubblica di questa stagione non ha aggiunto che alcuni dettagli, per quanto sorprendenti, alle clamorose rivelazioni delle udienze precedenti, mettendo insieme uno “spiegone” in vista della prossima stagione che la vice presidente della Commissione, la repubblicana Liz Cheney, ha già anticipato: «Le porte si sono aperte, sono state emesse nuove citazioni in giudizio, la diga ha iniziato a rompersi. Abbiamo molto lavoro da fare, ci vediamo a settembre».