Il magistato Antonio Laudati
Il magistato Antonio Laudati nel 2012 – Luca Turi /Ansa
Politica

Ascoltati i pm antimafia. E intanto indaga anche Roma

Perugia Alla procura di Perugia la parola d’ordine è una sola: procedere con gli accertamenti mantenendo il massimo riserbo sui risultati delle indagini. I magistrati che indagano sulle centinai di accessi […]
Pubblicato 8 mesi faEdizione del 5 marzo 2024

Alla procura di Perugia la parola d’ordine è una sola: procedere con gli accertamenti mantenendo il massimo riserbo sui risultati delle indagini. I magistrati che indagano sulle centinai di accessi «abusivi» a banche dati addebitati al tenente della guardia di finanza Pasquale Striano, hanno già sentito Giovanni Russo, attuale capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e già coordinatore del Servizio di contrasto patrimoniale, nel cui ambito c’era l’ufficio Segnalazioni di operazioni sospette, ma intendono interrogare anche il magistrato della procura antimafia Antonio Laudati coordinatore di quella articolazione.

Agli atti ci sono tra l’altro i risultati degli accertamenti sui supporti informatici sequestrati a Striano nella prima fase dell’indagine condotta dalla procura di Roma (e poi trasferita a Perugia per competenza). Che hanno fornito materiale potenzialmente utile agli inquirenti anche se non viene escluso che qualche file sia stato cancellato.

Ma i pm di Perugia stanno lavorando anche per riprogrammare l’interrogatorio di Laudati, rinviato una prima volta sembra su sua richiesta. Il magistrato è indagato per concorso con Striano in relazione alla creazione di alcune richieste di apertura di dossier preinvestigativi. Il suo difensore ha già annunciato che il magistrato intende rispondere per «chiarire la completa estraneità ai fatti contestati».

L’inchiesta si arricchisce però anche di un nuovo filone. La Procura di Roma ha infatti aperto un fascicolo sulle accuse rivolte al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. L’indagine, al momento senza indagati o ipotesi di reato, è all’attenzione dei magistrati di Roma in relazione ad una segnalazione, mesi fa, della Dna e che avrebbe ad oggetto «presunte attività illecite – come emerge dalle carte dell’indagine di Perugia – poste in essere dal Gabriele Gravina».

Intanto dal centrodestra continuano ad arrivare commenti sull’inchiesta. Nei giorni scorsi una nota della Lega parlava di «un vero e proprio attacco alla Repubblica e alla democrazia che coinvolge magistratura, guardia di finanza e giornali di sinistra».

Ieri a intervenire è stato direttamente Matteo Salvini: «Se c’era veramente un comitato di spioni che poi vendeva queste informazioni per danneggiare la Lega e il centro destra soprattutto – ha detto il vicepremier – se c’era un sistema, se c’era un’organizzazione, se c’era qualcuno che traeva vantaggio, penso che 60 milioni di italiani abbiano il diritto di saperlo».

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