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«Asap», l’industria europea converge sulla difesa. Modello vaccini

«Asap», l’industria europea converge sulla difesa. Modello vacciniUna sessione del parlamento europeo – Ap

Individuati 15 siti da finanziare con un budget del 40 al 60% degli investimenti

Pubblicato più di un anno faEdizione del 2 giugno 2023

L’Asap (Act to Support Ammunition Production), la legge approvata ieri con procedura d’urgenza dall’europarlamento a sostegno della produzione di munizioni nella Ue, presentata dalla Commissione il 3 maggio scorso, ha l’obiettivo di rafforzare as soon as possible la capacità produttiva del blocco e poter fornire all’Ucraina il materiale necessario per resistere all’aggressione russa, oltre a rifornire gli stock nazionali. Sono stati respinti gli emendamenti della sinistra, che chiedevano l’esclusione dell’uso eventuale di parte dei fondi del Pnrr e di quelli della Coesione, per finanziare questo rilancio. L’accordo con il Consiglio dovrebbe seguire a breve.

L’industria bellica europea deve passare alla «modalità di economia di guerra», ha dichiarato di recente il commissario al Mercato unico, Thierry Breton, «c’è ormai urgenza, bisogna agire in fretta perché la guerra in Ucraina, che è stata all’inizio guerra di stock, sta diventando una vera guerra industriale». È il “track 3”, la terza pista, cioè il terzo gradino sull’escalation della guerra in cui la Ue è ormai pienamente implicata dall’aggressione russa in Ucraina. I paesi Ue e Nato stanno aumentando gli stanziamenti per la Difesa, ormai quello che un tempo era il “tetto” del 2% del pil per il settore militare sta diventando un minimo da superare. Per la prima volta, anche la Germania è nella corsa, mentre in Francia sono previsti più di 400 miliardi nei prossimi anni, con una media di 70 l’anno. La Polonia ha ormai il più grosso esercito europeo.

Per rafforzare le capacità di produzione di munizioni nella Ue, Bruxelles ha stanziato 500 milioni di euro. Breton ha visitato una serie di paesi e ha individuato 15 industrie che verranno finanziate dalla Ue, dal 40 al 60% degli investimenti necessari, per poter arrivare, tra un anno, a una capacità di produzione di un miliardo di munizioni (in particolare obici di artiglieria di 155 millimetri).

I soldi Ue verranno dal Fondo europeo di Difesa, dotato di 7 miliardi destinati alla ricerca e sviluppo nel settore, dal programma Edirpa, in via di finalizzazione (entro l’anno) che permetterà l’ordinazione congiunta di acquisti di armi (sul modello testato con i vaccini Covid). Ma la Ue ieri ha ottenuto il via libera del Parlamento europeo anche per fare ricorso ai Fondi di coesione e addirittura al Piano di Rilancio NextGenerationEu, per aumentare gli investimenti nell’industria di munizioni e bellica in generale. Anche la Bei è chiamata a svolgere un ruolo su qpuesto fronte. L’Europarlamento lavora anche al rafforzamento dell’industria europea di difesa attraverso la legge di acquisti di armamenti in comune, sul modello dei vaccini Covid, per sostenere la collaborazione tra stati membri nella fase di acquisto.

C’è però un problema di “trasparenza”. La Commissione intende fare una «cartografia per sorvegliare in permanenza la disponibilità di munizioni e di missili», ma nell’industria bellica europea ci sono reticenze a concedere a Bruxelles questo potere di ingerenza.

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