Arriva il «condono preventivo» per partite Iva e Pmi
Una sede territoriale dell'Agenzia delle Entrate
Economia

Arriva il «condono preventivo» per partite Iva e Pmi

Destra Evasiva Delega Fiscale, il decreto legislativo in Consiglio dei ministri: si potrà decidere l'importo delle tasse da pagare. Bonelli (Avs): il 15° del governo Meloni Guerra: ce n’è un altro sulle giacenze nei magazzini
Pubblicato circa un anno faEdizione del 3 novembre 2023

Si scrive «concordato preventivo», si legge «ennesimo condono». La disposizione è contenuta in un decreto legislativo di attuazione della delega fiscale atteso oggi in Consiglio dei ministri. Arriva la possibilità di un concordato preventivo biennale per partite Iva e Pmi (piccole e medie imprese) con cui stipulare un patto con l’agenzia della Entrate sulle tasse da pagare nel biennio, senza modifiche indipendentemente dal reale fatturato.

In sostanza, l’idea del governo è quella di una collaborazione tra fisco e contribuente, in cui quest’ultimo potrà rendere nota la propria posizione ricevendo in cambio la certezza dell’ammontare di quanto dovuto al fisco per i due anni successivi. L’Agenzia delle entrate formulerà entro aprile 2024 – ma a regime il termine è fissato al 15 marzo – una proposta per la definizione biennale «del reddito derivante dall’esercizio d’impresa o dall’esercizio di arti e professioni e del valore della produzione netta». A quel punto si potrà scegliere di aderire: per il prossimo anno il termine è fissato a luglio, poi sarà anticipato a giugno. Le partite Iva che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale dovranno avere un punteggio almeno di 8 e non avere debiti tributari o aver estinto quelli superiori a 5mila euro per tributi amministrativi dell’Agenzia delle Entrate o per contributi previdenziali. Motivo di esclusione è anche non aver presentato la dichiarazione dei redditi in uno dei tre anni precedenti o aver avuto una condanna nei tre anni precedenti per reati fiscali. Dopo il primo biennio, l’Agenzia potrà formulare una nuova proposta per il biennio successivo.

Si tratta di un evidente condono che premia le imprese che fanno «nero». Ma da questo nuovo strumento il governo conta di incassare molto, potendo così motivare con ragioni economiche la «porcata» politica. Giorgetti e Meloni infatti sosterranno che la norma porterà «ad un maggior gettito in termini di cassa di 760,5 milioni: 748,1 il 2024 e 12,3 milioni nel 2025.

La platea complessiva di contribuenti che aderiscono al regime forfettario nel 2021 – spiega la relazione del governo – è pari a 1.777.830 mentre gli Isa (coloro che rispettano gli Indici sintetici affidabilità fiscale) sono pari a 2.541.448.

«Arriva il 15° condono del governo Meloni. Il concordato preventivo biennale nella delega fiscale che prevede il dimezzamento delle sanzioni sugli accertamenti di Agenzia delle Entrate. Pagare le tasse con la destra è da idioti, pizzo di Stato le definì la premier Meloni. Senza vergogna», commenta su X il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs Angelo Bonelli.
Mentre Maria Cecilia Guerra se la prende con un altra norma fiscale della legge di Bilancio: la «sanatoria sulle giacenze di magazzino». «”Fisco amico! Un nuovo condono in legge di bilancio: per chi vuol ”regolarizzare” il magazzino. Se ha troppi beni perchè acquistati in nero o troppo pochi perché venduti in nero o magari esportati in paesi dove non si potrebbe. Il tutto con un bello sconto di imposta senza sanzioni», denuncia su X.

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