Antropolog* per la Palestina: appello pubblico alle istituzioni e alle università
L'appello Docenti e ricercatori e ricercatrici chiedono all'Italia e alle università l’interruzione di ogni forma di collaborazione con istituzioni e aziende israeliane impegnate nella colonizzazione e la militarizzazione israeliane: «Lo stato di Israele e la sua ricerca accademica costituiscono oggi un minaccioso incubatore di tecnologie di anti-cittadinanza e militarizzazione delle frontiere e della società nel mondo intero»
L'appello Docenti e ricercatori e ricercatrici chiedono all'Italia e alle università l’interruzione di ogni forma di collaborazione con istituzioni e aziende israeliane impegnate nella colonizzazione e la militarizzazione israeliane: «Lo stato di Israele e la sua ricerca accademica costituiscono oggi un minaccioso incubatore di tecnologie di anti-cittadinanza e militarizzazione delle frontiere e della società nel mondo intero»
Nel momento in cui, da oltre sette mesi, si susseguono senza sosta violenze atroci ad opera dell’esercito israeliano in un lembo di terra massacrato da decenni; nella consapevolezza che la sofferenza della popolazione civile nella Striscia di Gaza si accompagna a soprusi, arresti sommari, torture, distruzioni, accaparramento di terre e abitazioni anche in altre aree dei Territori occupati della Palestina; al cospetto dell’ennesimo trasferimento forzato di centinaia di migliaia di persone da Rafah, fino a qualche settimana fa ancora considerata “zona sicura”, verso luoghi senza sbocco e strade ingombre di macerie, assistiamo impotenti alla confusione di un intero popolo, preso da smarrimento e disperazione di fronte al proprio genocidio. L’ostinazione delle palestinesi e dei palestinesi a resistere, nonostante tutto, ci spinge a levare alta la nostra protesta di fronte alle politiche di morte dello Stato di Israele e alle molteplici complicità dei suoi alleati.
LE MOBILITAZIONI di questi ultimi mesi nei campus universitari di tutto il mondo sono una boccata d’aria, ancora più importante vista la repressione arbitraria di studentə, corpo docente e amministrativo impegnati nelle proteste contro gli orrori di una catastrofe sulla quale numerosi organismi internazionali hanno da tempo richiamato l’urgenza di intervenire, anche contro una deriva bellicista globale sostenuta da un investimento senza precedenti nel complesso militare-industriale, corollario di un crescente indebolimento del diritto internazionale come strumento pacifico di risoluzione dei conflitti tra stati.
Alla domanda sempre più frequente sul perché si dovrebbe prendere posizione ora di fronte a questa tragedia e non altre, in corso o pregresse, rispondiamo ricordando che la comunità scientifica di cui facciamo parte si è già in passato mobilitata contro il massacro di altri civili, e che l’impegno su un fronte non preclude certo, ma rende semmai più praticabile, l’impegno su altri fronti. Tuttavia, quanto accade nella Palestina occupata non costituisce solo una tragedia umanitaria di proporzioni storiche, ma è un evento paradigmatico e senza precedenti della commistione tra uso del sapere scientifico e accademico da un lato e sviluppo di tecnologie militari dall’altro.
L’occupazione della Palestina da parte dello stato di Israele è un progetto coloniale che utilizza in modo sistematico tecnologie di sorveglianza e repressione elaborate in ambienti accademici ed esportate in altri paesi. Né in Etiopia, né in Sudan, né nella Repubblica Democratica del Congo, né in Ucraina – solo per evocare alcuni degli ultimi, drammatici scenari di guerra – c’è stato un tale dispiego di conoscenze (tecnologie militari; scienze sociali, storiche, archeologiche; scienze biologiche e geologiche) e un tale coinvolgimento delle università per assoggettare territori, silenziare memorie, reprimere la resistenza e il dissenso, e perpetuare l’uso di quelle ingegnerie demografiche il cui obiettivo è portare a compimento l’etnocidio avviato già nel 1948 contro la popolazione palestinese.
Lo stato di Israele e la sua ricerca accademica costituiscono oggi un minaccioso incubatore di tecnologie di anti-cittadinanza e militarizzazione delle frontiere e della società nel mondo intero. La lettera sottoscritta recentemente da nove Rettori delle università israeliane, che ancora una volta ricorrono alla menzognera retorica dell’antisemitismo e del terrorismo per oscurare il carattere democratico e spontaneo delle proteste che a livello internazionale si stanno levando nelle università, non permette più di affermare che le università israeliane siano luoghi “neutrali”.
IN DIVERSI paesi (ultime la Spagna e l’Irlanda) le istituzioni accademiche hanno approvato la decisione di interrompere ogni collaborazione con le università israeliane di fronte al loro coinvolgimento in politiche che calpestano i diritti umani e perpetuano violenza e massacri. La giustizia internazionale – che ha dimostrato la gravità, l’intenzionalità e la sistematicità degli attacchi israeliani, portando la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) al pronunciamento del 26 gennaio 2024 con cui si è riconosciuto “plausibile” il genocidio in atto da parte dello stato di Israele – farà il suo corso.
Nel mentre, di fronte a oltre 35.000 morti; al dramma di migliaia di persone a cui mancano oggi cibo, acqua, cure e case; alla distruzione di tutte le università di Gaza e della maggior parte delle strutture scolastiche, riteniamo necessario prendere posizione contro un progetto il cui carattere genocidario è ormai evidente, mettendo in campo gli strumenti della scienza antropologica per riconoscere i legami tra sapere e potere, ovunque essi emergano.
Oltre cinquant’anni fa, dinanzi a un’altra tragedia e alle violenze perpetrate contro la popolazione civile del Vietnam, due fra i principali protagonisti dell’antropologia italiana, Alberto M. Cirese e Vittorio Lanternari, dichiararono sulle colonne di Paese Sera del 5 gennaio 1973: «Di fronte all’incalzare di questa azione criminosa gli studiosi italiani di scienze umane (…), affermando un valore di cui sono già consapevoli numerosi studiosi di scienze umane nel mondo intero, sono convinti che non ha senso continuare a dedicarsi ad una scienza come studio che riguarda le culture dei popoli extraoccidentali in via di sviluppo, senza tener conto dei bisogni fondamentali e delle condizioni effettive, attuali, di quei popoli.
Essi sono convinti che voler coltivare una scienza antropologica cosiddetta “pura” o anche “applicata” ma serva del capitalismo e dell’imperialismo, dietro lo scudo di una pretesa neutralità che ignori gli uomini nella loro tragica realtà, significa, tanto più in un momento come l’attuale, fare opera di conservazione politica, significa scegliere per convinzione attiva o per pigrizia – la causa di chi spregiudicatamente attenta al senso più elementare di umanità, valendosi dei ritrovati più perfezionati di una tecnologia e di una scienza messe al servizio della pura e semplice distruzione». (corsivo nostro)
OGGI, nelle ore in cui viene rievocato e addirittura sorpassato il dramma della Nakba, di cui ricorre in questi giorni il 76º anniversario, gli/le scriventi chiedono un deciso intervento delle autorità governative del nostro Paese e delle istituzioni universitarie affinché si adoperino in tutte le forme opportune per l’immediata cessazione del fuoco e del genocidio in atto; per l’interruzione di ogni forma di collaborazione con istituzioni e aziende israeliane il cui coinvolgimento nelle politiche di colonizzazione e militarizzazione del governo israeliano, spesso in forme mascherate (dual use), è stato ampiamente documentato; nonché per la sospensione di ogni accordo di collaborazione scientifica con le università israeliane, fino a quando il diritto internazionale non sarà ripristinato e finché alla popolazione palestinese non sarà garantita la restituzione di ciò che le è stato tolto negli ultimi decenni: la pace, la libertà, la terra, il diritto alla vita. (Vedi anche il dossier Antropologia, dibattito pubblico e diritto internazionale sul ‘possibile’ genocidio in Palestina, patrocinato da ANPIA a febbraio 2024: https://rb.gy/3d31kv)
- PROMUOVONO – PRIME ADESIONI: Francesco Bachis, Università di Cagliari
- Roberto Beneduce, Università di Torino
- Stefano Boni, Università di Modena e Reggio-Emilia
- Nadia Breda, Università di Firenze
- Maddalena Gretel Cammelli, Università di Torino
- Serena Caroselli, Università di Milano
- Francesca Cerbini, CRIA-Universidade do Minho
- Osvaldo Costantini, Sapienza Università di Roma
- Armando Cutolo, Università di Siena
- Irene Falconieri, Università di Catania
- Alessandra Gribaldo, Università di Modena e Reggio-Emilia
- Valeria Ribeiro Corossacz, Università Roma Tre
- Ruba Salih, Università di Bologna
- Giuliana Sanò, Università di Messina
- Stefano Portelli, Università Roma Tre
- Simona Taliani, Università di Napoli L’Orientale
- Viviana Toro Matuk, Università della Valle D’Aosta
- Francesco Vacchiano, Università Ca’ Foscari Venezia
- Mauro Van Aken, Università di Milano-Bicocca
- Carolina Vesce, Università di Macerata
- Francesco Zanotelli, Università di Firenze
- Roberta Altin, Università di Trieste
- Francesco Fanoli, ricercatore indipendente
- Veronica Buffon, Università di Messina
- Ambra Formenti, ricercatrice indipendente
- Mattia Fumanti, University of St Andrews
- Stefania Consigliere, Università di Genova
- Fabio Mugnaini, Università di Siena
- Erika Grasso, Università di Torino
- Giuseppe Grimaldi, Universitá di Trieste
- Duccio Canestrini, Campus universitario di Lucca
- Claudia Ledderucci, Università di Firenze/Torino
- Maria Elisa Dainelli, ricercatrice indipendente
- Silvia Lelli, Università di Firenze
- Maria Concetta Lo Bosco, Instituto de Ciências Sociais, Universidade de Lisboa
- Gianmarco Marzola, Instituto de Ciências Sociais, Universidade de Lisboa
- Miguel Mellino, Università di Napoli L’Orientale
- Gaia Cottino, Università di Genova
- Antonio Maria Pusceddu, CRIA-ISCTE, Instituto Universitário de Lisboa
- Martino Miceli, EHESS
- Giovanni Cordova, Università di Napoli Federico II
- Massimiliano Mollona, Università di Bologna
- Deborah Nadal, Università Ca’ Foscari Venezia
- Alessandra Persichetti, Università per Stranieri di Siena
- Piergiorgio Solinas, Università di Siena
- Nicola Perugini, University of Edinburgh
- Giacomo Pozzi, Università IULM
- Gabriella D’Agostino, Università di Palermo
- Francesca Cancelliere, Instituto de Ciências Sociais, Universidade de Lisboa
- Pier Paolo Viazzo, Università di Torino
- Giulia Consoli, Università di Pavia
- Chiara Pussetti, Instituto de Ciências Sociais, Universidade de Lisboa
- Chiara Quagliariello, Università di Napoli Federico II
- Andrea F. Ravenda, Università di Torino
- Paola Sacchi, Università di Torino
- Tommaso Sbriccoli, UCL-University of London
- Barbara Sorgoni, Università di Torino
- Stefania Spada, Università di Bologna
- Matteo Benussi, Università Ca’ Foscari Venezia
- Cecilia Vergnano, Katholieke Universiteit Leuven
- Giulia Zanini, Università Ca’ Foscari Venezia
- Giulia Cavallo, ISCSP – Universidade de Lisboa
- Francesco Dellacosta, Università Milano-Bicocca
- Giovanna Santanera, Università Milano-Bicocca
- Claudia Mattalucci, Università Milano-Bicocca
- Alessandra Brivio, Università Milano-Bicocca
- Selenia Marabello, Università di Modena e Reggio-Emilia
- Sabrina Tosi Cambini, Università di Parma
- Claudia Antonangeli, Università degli Studi di Perugia
- Chiara Beneduce, ICS – Universidade de Lisboa
- Mariangela Gasparotto, École des hautes études en sciences sociales
- Marco Aime, Università di Genova
- Silvia Barberani, Università di Milano Bicocca
- Virginia de Silva, ricercatrice indipendente
- Massimiliano Minelli, Università di Perugia
- Ilaria Bracaglia, ricercatrice indipendente
- Barbara Pinelli, Università Roma Tre
- Sofia Venturoli, Università di Torino
- Alessandro Lutri, Università di Catania
- Diego Maria Malara, University of Glasgow
- Susanna Latini, Università di Cagliari
- Simonetta Grilli, Università di Siena
- Pietro Fornasetti, Università di Siena
- Giacomo Pasini, Università di Torino
- Giulia Arrighetti, Università di Torino
- Hafsa Marragh, Università di Napoli L’Orientale
- Marta Quagliuolo, Università di Torino
- Francesca Morra, Politecnico di Torino
- Stefano Galeazzi, Università Ca ‘ Foscari Venezia
- Anna Giulia della Puppa, Sapienza Università di Roma
- Martina Giuffrè, Università di Parma
- Enrico Milazzo, Università di Verona/Ca’ Foscari Venezia
- Marco Ravasio, Università di Padova/ Ca’ Foscari Venezia
- Chiara Pilotto, Università di Bologna
- Silvia Vignato, Università Milano-Bicocca
- Domenico Branca, Università di Sassari
- Paolo Gruppuso, Università di Catania
- Ilaria Eloisa Lesmo, Università di Torino
- Manuela Vinai, Università di Torino
- Carlo Capello, Università di Torino
- Guido Zingari, Università di Torino
- Matteo Aria, Sapienza Università di Roma
- Bruno Riccio, Università di Bologna
- Federica Tarabusi, Università di Bologna
- Francesca Crivellaro, Università di Bologna
- Giovanna Guerzoni, Università di Bologna
- Eugenio Giorgianni, Università di Messina
- Mario Turci, Università di Parma
- Ambra Zambernardi, Università di Torino
- Serena Scarabello, Università di Pavia
- Metis Bombaci, Università di Catania
- Matteo Volta, Università Milano-Bicocca
- Gabriele Volpato, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
- Laura Ferrero, Università di Torino/Università del Piemonte Orientale
- Roberta Raffaetà, Università Ca’ Foscari Venezia
- Roberto Malighetti, Università Milano-Bicocca
- Silvia Romio, Università di Modena e Reggio Emilia
- Vita Santoro, Università della Basilicata
- Simona Fabiola Girneata – Università di Roma La Sapienza
- Chiara Cacciotti, Politecnico di Torino
- Francesca De Luca, ICS-Universidade Lisboa
- Beatrice Barlozzari, Università di Perugia
- Sara Gerotto, Università di Bologna
- Daniela Perco, ricercatrice indipendente
- Anna Paini, Università di Verona
- Simone Mulazzani, ricercatore indipendente
- Silvia Antinori, Università di Trento
- Fulvia Caruso, Università di Pavia
- Luca Rimoldi, Università di Milano-Bicocca
- Francesco Diodati, Università Cattolica di Milano
- Valentina Mutti, Università di Milano
- Monica Murgia, Università di Bologna
- Patrizia Pertuso, ricercatrice indipendente
- Marco Tobón- Universidade Estadual de Campinas- SP, Brasil
- Valentina Vergottini, Università Roma-Tre
- Maria Luisa Sementilli, ricercatrice indipendente
- Ylenia Baldanza, Università di Torino
- Ilaria Gentilini, CNS-Istituto Superiore della Sanità
- Salima Cure, Università di Catania
- Ferdinando Amato, Università di Perugia
- Angelica Grieco, ricercatrice indipendente, MIUR
- Santiago M. Gimenez, Università di Torino
- Sara Esposito, ricercatrice indipendente
- Eugenio Moltisanti, ricercatore indipendente
- Marta Scaglioni, Cà Foscari Università di Venezia
- Maria Vittoria Nenna, Università di Milano-Bicocca
- Elsna Bruni, ricercatrice indipendente
- Domenico Pappalardo, Università di Catania
- Mattia Sandrini, Università di Bologna
- Nicola Imoli, Università di Torino
- Alessandra Pia Arces, Università di Bologna
- Maria Lorena Leuci, Università di Bologna
- Rosanna Gullà, Universitat Rovira i Virgili, Tarragona
- Irene Palla, Università di Bologna
- Rachele Dutto, ricercatrice indipendente
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