Mentre gli ultimi soldati francesi sono in procinto di lasciare il Niger entro fine dicembre, il viceministro della Difesa russo, colonnello Yunous-bek Evkourov, è stato accolto a Niamey con tutti gli onori questo lunedì dal generale Abdourahamane Tiani, nuovo uomo forte del paese. La giunta militare ha annunciato il «rafforzamento della cooperazione nel campo della difesa con Mosca, essenziale per stringere nuove alleanze».

Il governo di Niamey ha poi annunciato di voler «chiudere definitivamente» due protocolli di difesa siglati con l’Unione europea: l’Eucap Sahel e l’Eumpm, nati per supportare e addestrare i militari nigerini contro il terrorismo jihadista e controllare i suoi confini. Già a fine novembre, le autorità nigerine avevano posto fine a uno dei principali pilastri della cooperazione europea in Africa, abrogando una legge che penalizzava «il traffico illecito di migranti» in un’ottica di «decolonizzazione dall’occidente», come indicato da Tiani nella conferenza stampa congiunta con la delegazione russa.

La dura presa di posizione della giunta militare contro i paesi europei si aggiunge alle difficili relazioni diplomatiche con la Francia, alleata del deposto presidente Mohamed Bazoum. Dopo l’espulsione dell’ambasciatore francese Sylvain Itté e la richiesta di ritiro dei 1.500 soldati francesi presenti nel Paese, martedì il governo nigerino e quello maliano hanno congiuntamente richiesto l’«annullamento delle convenzioni economiche siglate con Parigi», a causa del «persistente atteggiamento ostile della Francia e delle condizioni sfavorevoli per entrambi i paesi».

Si rafforza sempre di più l’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes) tra Mali, Burkina Faso e Niger che prevede l’assistenza reciproca in caso di attacco e il rafforzamento dei legami economici. Dopo Bamako un anno fa, Niamey e Ouagadougou hanno annunciato, a inizio dicembre, la decisione di lasciare il G5 Sahel – istituzione creata nel 2014 dalla Francia per contrastare l’ascesa jihadista in tutta l’area – che include anche il Ciad e la Mauritania.

Il Niger diventa il terzo paese del Sahel a entrare nella sfera di influenza di Mosca. Il gruppo di ricerca All Eyes on Wagner ha indicato in un recente report che la presenza russa è sempre più «consistente» sia in Burkina Faso che in Niger, attraverso «la fornitura di armamenti e addestratori». Con i mercenari russi già presenti in Mali e spesso accusati di abusi contro i civili, come avvenuto ancora qualche giorno fa nell’area di Niono.

Il report indica che il nuovo gruppo denominato «African Corps» viene già presentato da alcuni canali Telegram come destinato a sostituire Wagner – includendo tutti i mercenari attualmente in forza -, sotto la diretta supervisione del ministero della Difesa russa e del viceministro Evkourov, molto vicino a Putin.

Nel nuovo sistema russo che si sta formando per l’Africa, la Libia diventerà l’asse centrale. Con la precisa volontà di Mosca di avere «libero accesso ai porti libici di Bengasi e Tobruk», come ha fatto sapere ieri la delegazione russa che ha visitato il Paese su invito del generale Haftar.