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Anche il Giappone scopre l’incertezza nelle urne

Anche il Giappone scopre l’incertezza nelle urnePropaganda elettorale in una strada di Tokyo – Ansa

Legislative anticipate Maggioranza a rischio per i liberaldemocratici nelle elezioni che si tengono oggi. Partita decisiva per Shigeru Ishiba e il suo governo appena nato. C’è in ballo il programma di riarmo

Pubblicato un giorno faEdizione del 27 ottobre 2024

Incertezza è una parola quasi sconosciuta, in Giappone. Soprattutto quando si tratta di elezioni. Da quando è stato fondato nel 1955, il Jiminto o Partito liberaldemocratico (Pld) ha governato per 65 anni su 69. Eppure, la parola incertezza è appropriata per le elezioni generali di oggi, dove per i sondaggi il Pld rischia di non raggiungere i 233 seggi necessari ad avere la maggioranza alla camera bassa della Dieta. Alcuni dati suggeriscono che l’obiettivo potrebbe non essere centrato nemmeno contando lo storico alleato di coalizione, il partito d’ispirazione buddista Komeito.

SHIGERU ISHIBA non si aspettava certo di dover vivere le urne come una partita decisiva per il suo governo, appena nato. Anzi, il 67enne ex banchiere “nerd” del modellismo militare, pensava di certificare la sua teorica luna di miele coi giapponesi. Per questo, nonostante avesse precedentemente negato un voto anticipato, ha sciolto il parlamento subito dopo la nomina del 1° ottobre.

Quel giorno, Ishiba ha vinto inaspettatamente la sua “battaglia finale” dopo decenni da outsider interno e rivale del potente ex premier Shinzo Abe. Ed era convinto di poter sfruttare il consenso dell’opinione pubblica per il lungo curriculum di critiche al suo stesso partito. Ora teme invece che la macchia dello scandalo dei finanziamenti, causa delle dimissioni dell’ex leader Fumio Kishida ad agosto, possa essersi allargata troppo e rischi di intaccare anche lui.

In Giappone sembra esserci un’inedita (da capire ancora quanto estesa) voglia di cambiamento. D’altronde, si arriva da anni col costo della vita in netta ascesa. Il “nuovo capitalismo”, paventato da Kishida per il superamento dell’Abenomics, è rimasto sulla carta. La principale forza d’opposizione, il Partito costituzionale democratico (Pcd) guidato dall’ex premier Yoshihiko Noda, ha proposto riforme sociali e misure economiche per contrastare l’inflazione e la stagnazione degli stipendi. E anche sull’altro grande tema della campagna elettorale, quello della trasparenza, ha giocato all’attacco del Pld.

D’ALTRONDE, ISHIBA si è mostrato piuttosto incerto. Reduce da una vittoria mai così risicata al voto interno, ha optato per la strada del compromesso con l’ala più conservatrice del partito. Ed ecco la marcia indietro sui diritti civili, a partire dalla promessa di cancellare la legge che impone ai coniugi di assumere lo stesso cognome dopo il matrimonio, che porta nella quasi totalità dei casi le donne ad adottare quello degli uomini. Addio anche alla prospettiva di una possibile legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, a cui Ishiba si era sempre detto favorevole e ora sostiene invece necessitino di «ulteriori esami». Le promesse di ridurre lo squilibrio di genere è stato fin qui disatteso: tra i candidati Pld al voto di oggi, solo il 16% sono donne, dato lontanissimo dal target del 35%. Quasi il 10%, tra tutti i partiti, ha invece almeno un parente già in politica.

Ishiba ha generato qualche perplessità anche sulla politica estera, in particolare per la proposta di creare una Nato asiatica, che ha lasciato freddi sia gli alleati sia gli Stati uniti. Il vantaggio di Ishiba è che l’opposizione resta piuttosto frammentata. Nonostante il quasi certo aumento netto dei seggi, non è semplice che il Pcd possa essere in grado di costruire una coalizione di maggioranza insieme ai tanti partiti minori, separati da agende assai diverse. Allo stesso modo, stando ai sondaggi sembra difficile che il Pld possa fare a meno del Komeito per restare al governo. Questo darebbe all’alleato una maggiore influenza sull’azione di governo. Si tratta di un elemento rilevante, perché il partito non è favorevole al riarmo. La revisione della costituzione pacifista, imposta dagli Usa nel secondo dopoguerra, sarebbe più difficile. E Ishiba avrebbe bisogno di maggiori sforzi per completare l’acquisizione di armi a lungo raggio.

GLI SCENARI sarebbero ancora più complessi se ci fosse bisogno di una terza gamba, di non semplice individuazione. I mercati osservano con qualche preoccupazione, anche perché l’instabilità politica potrebbe complicare i recenti sforzi della banca centrale di invertire la rotta dopo decenni di stimoli monetari.

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