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Anas, 900 mila euro di tangenti in cambio di appalti

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Al vaglio della procura La guardia di finanza ha perquisito la sede meneghina più quelle di Torino, Roma, Verona e Firenze. Al centro un giro di affari e mazzette che coinvolgerebbe nove indagati. Nel mirino anche le opere per le olimpiadi di Milano-Cortina

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 4 ottobre 2024

Appalti per 400 milioni di euro, tra Lombardia e Nord Est, per cui gli indagati, in totale nove, tra cui alcuni funzionari di Anas, avrebbero preso mazzette. L’inchiesta della procura di Milano è per corruzione, turbativa d’asta e utilizzazione di segreto d’ufficio. Ieri mattina la guardia di finanza ha perquisito le sedi di Milano, Torino, Roma, Verona e Firenze di Anas, la società pubblica che si occupa di infrastrutture stradali. L’ipotesi al vaglio dei magistrati è che gli appalti per la realizzazione di strade siano stati pilotati in cambio di tangenti, quasi 900 mila euro per la realizzazione di lavori da circa 400 milioni.

La mazzetta più sostanziosa riguarda la variante Tremezzina, nel comasco: 846mila euro, divisi tra Stefano Liani, ex responsabile coordinamento delle nuove opere della direzione generale di Anas, che si sarebbe intascato 486mila euro, ed Eutimio Mucilli, attuale responsabile per Anas della direzione investimenti e realizzazione, per lui si sospettano 360mila euro. Mucilli tra l’altro è stato nominato da poco commissario per la Vigevano-Malpensa, opera che devasterà se realizzata buona parte del territorio a ovest di Milano, e la sua nomina dovrà essere discussa dal Tar del Lazio a fine ottobre, dopo il ricorso per conflitto di interesse nei suoi confronti portato avanti dai comitati che lottano contro la realizzazione dell’infrastruttura.

Tra il 2018 e il 2021 Mucilli e Liani avrebbero percepito i soldi dal Consorzio Stabile, società con sede a Torino e vincitore dell’appalto milionario per la progettazione ed esecuzione dell’opera. Compensi, evidenziano i magistrati, non comprensibili, in quanto nessuno dei due «in possesso di nulla che potesse giustificare attività così ampiamente remunerate». A meno che, si legge nel mandato di perquisizione, quelle somme non fossero funzionali a garantire al Consorzio la fedeltà e la benevolenza dei due. Per un’opera considerata strategica per il territorio, ma anche importantissima in vista delle olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026.

Peccato che, e quest’ultima inchiesta non potrà che peggiorare le cose, i lavori per la realizzazione dell’infrastruttura siano bloccati e, sebbene nelle previsioni iniziali sarebbero dovuti finire per la primavera del 2022, ormai si parla del 2028, ben oltre l’utilizzo, considerato fondamentale, per i giochi olimpici invernali. Al centro di molti episodi corruttivi, ci sono i tre fratelli Liani. Due di loro avevano rivestito ruoli apicali in Anas, ma dopo aver interrotto il loro rapporto lavorativo con la società pubblica hanno comunque continuato a operare nel settore dell’edilizia, approfittando delle conoscenze pregresse per pilotare appalti a loro favore, in particolare utilizzando i ruoli in Anas di altri due indagati, Mauro Pelagalli e Vincenzo Giarratana.

Il terzo fratello è ancora alle dipendenze di Anas, come responsabile della struttura territoriale Toscana, dove è stato trasferito dalla Lombardia. Tra gli indagati c’è anche Giovanni Proietti, ex dirigente del ministero dei trasporti, collega di vecchia data di uno dei fratelli Liani, e con lui già coinvolto in precedenti episodi di corruzione (finiti poi con l’assoluzione), oltre che imputato, in qualità di dirigente Anas, per il crollo del ponte Morandi.

Avrebbe favorito una società riconducibile ai fratelli Liani, grazie alla nomina a direttore dei lavori di un importante appalto (nomina fatta da Alberto Brentegnani, altro indagato, consigliere di amministrazione della società Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova spa). In cambio il figlio di Proietti, Nicholas, avrebbe ricevuto in regalo un appartamento e un’automobile. Altri due episodi sotto indagine riguardano i lavori sulla statale Sebina Occidentale e dell’ex strada statale della Val Tidone, tra la Lombardia Sud e l’Emilia Romagna.

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