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Amori tossici e altre storie

Amori tossici e altre storieArisa sul palco di Sanremo con Michele Bravi – foto La Presse

Sanremo 71 Arisa torna a Sanremo e prepara un nuovo progetto musicale

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 6 marzo 2021

«Per me il Festival è sempre stimolante. Quest’anno partecipo con la mia etichetta in appoggio a un’altra ho un bel team e sono super contenta. Per tutti noi è una grande opportunità di ripartire, di non fermarci davanti alle difficoltà e andare avanti acchiappandoci con i denti la professione che ci spetta. Se fosse mancato Sanremo sarebbe stato grave. Come se fosse mancato il Natale». Qui Arisa è stata tutto: l’esordiente, la regina della festa, la protagonista, la vincitrice. Oggi ci arriva con una canzone che le ha scritto Gigi D’Alessio. Potevi fare di più che narra di un amore tossico che sta finendo. «Io e Gigi abbiamo un rapporto di stima molto vero e profondo da tanti anni, dal 2010 quando andai a una sua trasmissione e ci trovammo benissimo a cantare insieme un brano napoletano. Penso che questa canzone sia il frutto un po’ della sua vita e un po’ della mia. Quando l’ho sentita per la prima volta è stata un’emozione forte, non nego di essermi lasciata andare alle sensazioni e non mi sono trattenuta dalle lacrime. Lui sa molto bene cosa mi ha dato. È stata una manna dal cielo per esorcizzare il dolore che ho provato».

IN QUALCHE MODO il testo, infatti, ripercorre tappe che non le sono sconosciute e che coraggiosamente porta sul palcoscenico, «ho vissuto un momento in cui cercavo di tenere a me una persona che amavo attraverso la bellezza e invece mi rendevo conto che c’era un’aridità di fondo, data da continue delusioni, che non faceva essere le cose com’erano una volta. Gli amori tossici, io dico, sono sempre frutto di una congiunzione. I meccanismi si alimentano e mai da una parte sola». Delicata e toccante è stata la sua esibizione nella serata dei duetti, dove con Michele Bravi ha cantato Quando di Pino Daniele, un artista simbolo dell’Italia e del sud in particolare, terra che a lei manca molto anche se dice di aver trovato a Milano la giusta dimensione per crescere umanamente e professionalmente, «sono stata onorata di cantare quella canzone che è la colonna sonora di uno dei più bei film di Troisi. Pino Daniele da sempre è considerato il baluardo del sud per tutti noi che veniamo da lì. In Basilicata siamo sotto Napoli, è la città più grande che abbiamo vicina. Pino per me è un pezzo di adolescenza, di infanzia. Questa canzone è molto dolce, è popolare e popolana allo stesso tempo. Incredibilmente poetica. Basta fare un giro a Napoli e si capisce tutto».

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