Amnesty: proteste pacifiche sotto attacco in tutta Europa
Diritto al dissenso Inquietante rapporto della Ong sulla situazione di 21 paesi membri
Diritto al dissenso Inquietante rapporto della Ong sulla situazione di 21 paesi membri
Fino a qualche anno fa le proteste di piazza e le mobilitazioni sociali venivano criminalizzate sulla base di accuse relative ad atti di violenza. Adesso in Europa, dove soffia il vento nero dell’estrema destra e in cui i partiti del centro-sinistra hanno rinnegato la cultura del conflitto, a essere colpite sono anche le mobilitazioni pacifiche. Lo denuncia l’ultimo rapporto di Amnesty International, pubblicato con il titolo: Poco tutelato e troppo ostacolato: lo stato del diritto di protesta in 21 stati europei.
«Le autorità statali stigmatizzano, criminalizzano e reprimono sempre più le persone che manifestano in modo pacifico imponendo restrizioni ingiustificate e punitive e ricorrendo a mezzi sempre più repressivi per soffocare il dissenso», si legge nello studio. «Nella storia, la protesta pacifica ha avuto un ruolo cruciale nel raggiungimento di molti dei diritti e delle libertà che oggi diamo per scontati», avverte Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
L’organizzazione lancia l’allarme perché sviluppi che combinano leggi e politiche repressive a tecnologie di sorveglianza invasive, soprattutto l’applicazione su larga scala del riconoscimento facciale, si registrano contemporaneamente in molti paesi Ue.
Rispetto all’Italia il rapporto sottolinea le cariche nelle città di Pisa e Firenze, dove il 23 febbraio si stavano svolgendo delle manifestazioni pacifiche a sostegno del popolo palestinese, e le norme introdotte contro gli attivisti di Ultima generazione, definiti dal governo «eco-vandali» o in altri casi «eco-terroristi», per inasprire le sanzioni relative a danneggiamento e deturpamento di beni culturali o paesaggistici.
Altra «retorica stigmatizzante», spesso il primo passo per leggi e pratiche di carattere repressivo, è quella usata nel corso degli ultimi mesi contro le mobilitazioni che si oppongono al genocidio a Gaza. «Nel Regno Unito – dice il rapporto – queste manifestazioni sono state descritte come “marce dell’odio” dal ministro degli Interni». In altri paesi sono state associate d’ufficio all’antisemitismo o al sostegno ad Hamas.
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