Forse, il movente della strage di Amburgo si nasconde tra le 300 pagine di La verità su Dio, Gesù Cristo e Satana: una nuova visione riflessa di dimensioni epocali, il delirante manifesto teologico lasciato da Philipp F., 35 anni, autore del massacro di giovedì sera alla Sala del Regno dei testimoni di Geova nel rione di Altersdorf. «Il più grave atto di violenza in città degli ultimi decenni», per dirla con Andy Grote, ministro dell’Interno del Land di Amburgo.

Di certo, per ora, ci sono solo le vittime dell’assalto armato «imprevedibile» e «inspiegabile» alla luce dell’identikit del pluriomicida che di sicuro «non era in buoni rapporti con i Testimoni di Geova da cui si era allontanato» – come sottolineano gli investigatori – ma non era nel database della Kriminalpolizei, aveva registrato l’arma con cui ha ucciso, e non si era mai distinto nelle campagne contro gli stranieri della galassia dell’ultradestra, come conferma la nazionalità delle vittime, tutte tedesche. Quattro uomini e due donne fra i 33 e i 60 anni ammazzati con un revolver P 30 “Heckler & Koch” più otto feriti miracolosamente sopravvissuti alla furia di Philipp F. che – prima di spararsi in testa l’ultimo proiettile dopo la fuga in un parcheggio – ne aveva esplosi ben 135 come provano i bossoli ritrovati nel tempio dagli agenti della Scientifica.

UN’AZIONE IMPOSSIBILE da fermare in tempo utile nonostante le teste di cuoio della polizia siano intervenute alle 21.18, appena un quarto d’ora dopo la prima telefonata d’allarme da parte di un testimone, e abbiano impiegato solo due minuti per effettuare il blitz che ha liberato la cinquantina di fedeli presenti nel centro religioso.

A sentire gli inquirenti è molto probabile che Philipp F. conoscesse tutte le 14 vittime: aveva fatto parte della congregazione di Geova fino a un anno e mezzo fa, prima di allontanarsi a causa di imprecisati dissidi personali..

Il suo sito web restituisce la formazione da bancario mentre si descrive come «consulente finanziario cosmopolita». Nel curriculum, gli studi in economia aziendale che lo hanno portato a lavorare a Francoforte e poi dal 2014 ad Amburgo. Dopo aver perso il lavoro durante la pandemia Philipp F. si era riciclato come «investigatore» e a suo dire avrebbe «generato affari per milioni di euro». Originario dell’Algovia (Baviera) e cresciuto in una famiglia evangelica ultra-osservante, l’autore della strage aveva un ufficio nella zona più lussuosa di Amburgo nonostante dal 2020 avesse lavorato solamente tre mesi per l’azienda energetica Vattenfall.

«EUROPEO, MULTICULTURALE e amante degli ambienti soleggiati» ma anche fan del Liverpool, visto giocare anche dal vivo. Durante il suo anno sabbatico Philipp F. aveva scritto e pubblicato on line il suo manifesto teologico basato su un mix di citazioni letterali della Bibbia e management aziendale. L’ultimo messaggio quattro ore prima del massacro, con cui si vantava dell’«ottimo successo del libro».