Alta Austria e Salisburgo in lockdown per tutti
Quarta ondata Le due regioni più restie finora a restrizioni, a sorpresa, decidono la chiusura per vaccinati e non, da lunedì e per i prossimi trenta giorni
Quarta ondata Le due regioni più restie finora a restrizioni, a sorpresa, decidono la chiusura per vaccinati e non, da lunedì e per i prossimi trenta giorni
Il tabù assoluto, un lockdown vero e generale, è caduto, troppo incombente la catastrofe con gli ospedali arrivati oltre i limiti. Ieri è stato raggiunto il massimo da quando c’è la pandemia, 15.145 nuovi contagi su una popolazione di 9 milioni di abitanti. Così le due regioni più colpite, Alta Austria e Salisburgo, le più restie finora a restrizioni, a sorpresa, hanno deciso il lockdown per tutti, vaccinati e non vaccinati per un mese a cominciare da lunedì prossimo. Premono perché sia introdotto su scala nazionale, loro che attaccavano i virologi «che vogliono rinchiudere tutti». Il lockdown per i soli non vaccinati, sperimentato a tappe via via più severe si è rivelato del tutto inefficace, difficile anche da gestire e controllare. Non è solo la pandemia dei non vaccinati, come l’ha definita qualche giorno fa il successore e reggente di Sebastian Kurz, il nuovo cancelliere Alexander Schallenberg, già da settimane infatti medici e scienziati hanno lanciato l’allarme per il numero di contagi ormai troppo alto chiedendo invano misure più restrittive ed efficaci, e non essendoci state, ora insistono per un lockdown duro. Essenziali le terze dosi che a Vienna sono partite a ritmo pieno.
Su scala nazionale il governo di coalizione tra popolari (Oevp) e Verdi è fortemente diviso e vicino alla crisi. La proposta del ministro della sanità Wolfgang Mueckstein, verde, in carica da pochi mesi, di chiudere intanto discoteche e locali notturni ancora lunedì è stata bocciata dai popolari. Gli esponenti del governo, poco coraggiosi, da una settimana rifiutano ogni invito dell’Orf, la tv di stato, sul tema Covid, disertando anche il confronto con i medici voluto dai tg.
L’editoriale del settimanale Profil di questa settimana titola «Corona-Bananenrepublik Oesterreich» (Repubblica delle banane corona Austria) e della settimana scorsa «la politica è più pericolosa del virus». Elogiato invece dai media di ogni orientamento come modello di buona gestione della pandemia è il sindaco di Vienna, Michael Ludwig, socialdemocratico (Spoe). Con i risultati migliori, con più vaccinati e meno contagiati, risultano anche le altre due regioni «rosse» Burgenland e Carinzia.
Negli ospedali la situazione sta precipitando, il grido d’allarme lanciato dai medici allo stremo ha provocato la svolta del lockdown in due regioni, e ora è in discussione anche su scala nazionale, lo chiedono molti operatori turistici per salvare la stagione sciistica. In Alta Austria – la regione con meno vaccinati governata da Oevp ed estrema destra della Fpoe – in un ospedale i cadaveri dei morti di Covid, 59 in 5 giorni, sono stati lasciati nel corridoio per mancanza di spazio. Un terzo delle operazioni importanti devono essere rinviate per l’alto numero di pazienti Covid in terapia intensiva, al 70% si tratta di non vaccinati.
A Salisburgo si è formato un gruppo triage specifico per selezionare i pazienti da trattare in terapia intensiva, e chi no. Ci sono nuovi malati bisognosi di ospedali e si segnalano anche due casi in terapia intensiva che hanno assunto il farmaco Ivermectin, un vermicida per cavalli che Herbert Kickl, capo della Fpoe consiglia agli umani contro il Covid. Dove Kickl, è più forte, in Alta Austria, l’Ivermectin risulta esaurito.
«Siamo i migliori contro il Covid» diceva Kurz l’estate scorsa, dichiarando finita la pandemia e di fatto anche la campagna vaccini, contro il parere degli esperti. Ecco perché l’Austria si trova tra gli ultimi per i vaccini, al 65%, e tra i primi per i contagi.
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