Entrare nelle distopie e nei loro dispositivi allegorici è un esercizio che può riservare sorprese. «Noi dell’est sappiamo bene come è facile controllare una società con la paura, e quanto è difficile liberarsene», diceva il regista rumeno Bogdan Muresanu al pubblico che domenica ha lungamente applaudito il suo Capodanno che non venne mai, un intreccio di piccole storie gogoliane ambientate a Bucarest nella settimana della caduta di Ceausescu. «Questo è un problema che ora dovrebbe porsi l’Occidente», ha aggiunto subito dopo, spiegando che il modello di una società «governata da un pazzo» non è affatto tramontato. «Da Trump in poi...