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Alle primarie argentine va Sergio Massa, il preferito dal Fondo monetario

Alle primarie argentine va Sergio Massa, il preferito dal Fondo monetarioSergio Massa, attuale ministro dell'Economia in Argentina – Ap

Peronismo oggi La coalizione di governo punta sulla formula presidenziale unitaria di Unión por la Patria. Una scelta di stampo estrattivista e neoliberista a cui si ribella il leader popolare Juan Grabois, scendendo in campo

Pubblicato più di un anno faEdizione del 28 giugno 2023

È stata presentata come una formula presidenziale unitaria quella su cui ha puntato la coalizione di governo, con il nome di Unión por la Patria, per le primarie – le cosiddette Paso (Primarie, aperte, simultanee e obbligatorie) – del 13 agosto, in vista delle elezioni generali che si terranno il prossimo 22 ottobre.

LA SCELTA È CADUTA sul ministro dell’Economia Sergio Massa, accompagnato, come suo vice, da Agustín Rossi, coordinatore del governo del presidente Alberto Fernández. Una decisione che ha colto di sorpresa il mondo politico, considerando che, fino al giorno prima dell’annuncio, sembravano scontate le candidature del ministro dell’Interno Eduardo “Wado” de Pedro, vicino alla vicepresidente Cristina Kirchner (in coppia con il governatore di Tucumán Juan Manzur), e di Daniel Scioli (affiancato dalla ministra dello sviluppo sociale Victoria Tolosa Paz).

Si tratta, tuttavia, di una scelta lontana anni luce dalle aspirazioni del movimento popolare, per il quale Massa è solo un neoliberista gradito all’ambasciata Usa, aperto sostenitore dell’estrattivismo e totalmente allineato ai programmi di aggiustamento imposti dal Fmi, con i feroci tagli alle spese sociali che li hanno accompagnati.

IL CANDIDATO PERFETTO, insomma, per quel Fondo monetario internazionale che, se in Argentina è sempre stato sinonimo di sciagura, lo è diventato ancor di più dopo l’accordo con il governo Fernández, all’inizio del 2022, sulla ristrutturazione del debito di oltre 44 miliardi di dollari contratto nel 2018 durante la presidenza di Mauricio Macri.

Ed è proprio in polemica con la candidatura di Massa che ha deciso di scendere in campo per le primarie dell’Unión por la Patria – rompendo la scelta “unitaria” – il leader popolare Juan Grabois, rappresentante dei movimenti sociali in lotta per «terra, casa e lavoro», noto anche per la sua vicinanza a papa Francesco.

Una protesta, la sua, contro l’assenza di un qualunque segnale di discontinuità da parte del peronismo rispetto alle fallimentari politiche dell’attuale governo, in un paese in cui è addirittura il 40% della popolazione a vivere sotto la soglia di povertà e dove le lotte contro il modello estrattivista dilagante si susseguono senza sosta, dalle rivolte delle province di Mendoza e Chubut all’Atlanticazo contro l’esplorazione sismica petrolifera di fronte alla costa atlantica bonaerense, fino alla sollevazione del popolo di Jujuy contro la riforma della Costituzione locale voluta dal governatore Gerardo Morales.

CHE POI TRA QUEST’ULTIMO e Sergio Massa ci sia feeling lo ha confermato anche il silenzio del candidato dell’Unión por la Patria di fronte alla brutale repressione scatenata dal governatore, il quale parteciperà anche lui alle primarie in coppia con il capo di governo di Buenos Aires Horacio Rodríguez Larreta, che lo ha voluto come suo vice. Se la vedranno – in una lotta interna alla coalizione di destra Juntos por el Cambio – con la formula rappresentata da Patricia Bullrich, la famigerata ministra della sicurezza di Macri, e dall’ex deputato Luis Petri, grande ammiratore del presidente salvadoregno Nayib Bukele.

C’È TUTTAVIA SPAZIO anche per una lista ancora più a destra, La Libertad Avanza: quella di Javier Milei, l’esponente dell’estrema destra ultraneoliberista, fautore di una completa deregolamentazione del sistema finanziario, negazionista climatico, nemico delle minoranze sessuali. In coppia con la giurista Victoria Villarruel, candidata come sua vice, proverà, in particolare, ad attrarre il voto dei giovani con i suoi furiosi discorsi anti-casta.

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