Europa

Allarme per tre barconi con oltre 300 migranti

Allarme per tre barconi con oltre 300 migranti

Canarie Nelle ricerche sono impegnati i mezzi del Soccorso marino spagnolo

Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 luglio 2023

I migranti non «vengono tutti in Italia», come vorrebbe un trito refrain qualunquista. In queste ore i mezzi del Soccorso Marino spagnolo sono impegnati nella ricerca di alcune imbarcazioni partite dalle coste senegalesi e dirette verso le Canarie, di cui si sono perse le tracce.

L’allarme è scattato alcuni giorni fa grazie alle richieste di soccorso lanciate da alcuni dei parenti di coloro che si sono messi in viaggio, che da tempo non danno notizie di sé. A sparire sono stati tre diversi natanti, a bordo dei quali dovrebbero esserci in totale più di 300 persone. Due, a bordo di ognuno dei quali dovrebbero esserci circa 60 persone, sono partiti il 23 giugno dal porto di M’bour.

Un’altra imbarcazione, partita il 27 giugno da Kafountine – sempre sulle coste senegalesi, a circa 1700 km da Tenerife – trasporterebbe invece 200 persone, compresi molti bambini e adolescenti.

Nel pomeriggio di ieri, poi, un aereo del Salvamento Marítimo ha avvistato un quarto scafo a 130 km dall’isola di Gran Canaria. Una motovedetta e una portacontainer che era in zona hanno tratto in salvo, in totale, 80 uomini e 6 donne, tutti provenienti dall’Africa subsahariana. Nel frattempo un mezzo marocchino ha intercettato sulla rotta per le Canarie un natante con 87 persone a bordo, una delle quali senza vita. Nelle ultime settimane è stato segnalato un aumento delle partenze dal Senegal; a volte a partire sono numerose imbarcazioni che salpano insieme verso l’arcipelago spagnolo situato a ovest delle coste africane. In molti casi, però, non giungono a destinazione.

Mentre Helena Maleno, fondatrice e coordinatrice dell’ong Caminando Fronteras, lanciava l’allerta sulla scomparsa delle tre imbarcazioni di cui continuano le ricerche, la sua organizzazione diffondeva un dettagliato rapporto secondo il quale, solo nei primi sei mesi di quest’anno, hanno perso la vita 778 persone che tentavano la traversata verso gli avamposti spagnoli nell’Atlantico. Estendendo il monitoraggio alle rotte del Mediterraneo – dall’Algeria verso le coste meridionali spagnole e le Baleari – il tragico bilancio cresce fino a 951 morti, 13 in più rispetto alla prima metà dello scorso anno.

Finora il mese peggiore è stato giugno, con ben 332 decessi, per lo più di migranti provenienti da paesi africani ma anche dallo Sri Lanka e dalla Siria. Da gennaio a giugno Caminando Fronteras ha conteggiato 28 naufragi mentre 19 imbarcazioni sono scomparse nel nulla con tutti i loro occupanti. L’ong teme che questa sia la sorte toccata anche ai tre natanti di cui si sono perse le tracce.

Nel rapporto pubblicato la scorsa settimana e intitolato «Monitoraggio Diritto alla Vita», l’organizzazione avverte che le rotte verso la Spagna stanno diventando sempre più mortifere, nonostante i conteggi ufficiali parlino di una diminuzione degli arrivi. Secondo il Ministero degli Interni di Madrid, infatti, nei primi sei mesi del 2023 via mare sono arrivate 12192 persone, il 4,2% in meno rispetto al 2022. Nulla però si dice rispetto a chi non è mai giunto a destinazione.

L’ong denuncia quella che definisce un’autentica «omissione di soccorso»; l’alto numero delle vittime è anche frutto della scarsità di mezzi e di risorse messi a disposizione delle ricerche e dei salvataggi, e al ritardo con cui spesso si mobilitano i soccorsi. Alcuni di questi ritardi derivano dai conflitti di competenze che sorgono spesso tra Spagna, Mauritania e Marocco, con Madrid che preme sui due paesi africani per esternalizzare di fatto il controllo e la «protezione» delle proprie frontiere. Altri ritardi, invece, derivano dai protocolli imposti dal Ministero degli Interni, secondo cui devono sussistere chiari segnali di pericolo per far partire le operazioni di salvataggio, come se un’imbarcazione precaria e stracarica di persone, in balia dell’oceano, non fosse di per sé esposta a gravissimi rischi.

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