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Alex Jones dovrà pagare 956 milioni alle famiglie delle vittime di Sandy Hook

Alex Jones dovrà pagare 956 milioni alle famiglie delle vittime di Sandy HookIl complottista di estrema destra Alex Jones – Ap

Stati uniti Il complottista di estrema destra condannato al risarcimento per le menzogne diffuse online sulla strage nella scuola. Ergastolo per l’attentatore di Parkland: la giuria gli risparmia la pena di morte

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 14 ottobre 2022

La giuria di Waterbury, in Connecticut, ha deciso che il complottista, fondatore del sito Infowars e conduttore radiofonico di estrema destra Alex Jones dovrà risarcire con 965 milioni di dollari le famiglie delle vittime del massacro alla scuola elementare di Sandy Hook, per avere promosso la teoria complottista secondo la quale la sparatoria del 14 dicembre 2012 non sarebbe mai avvenuta.

IN QUEL MASS SHOOTING, il 20enne Adam Lanza uccise 26 persone tra cui 20 bambini, ma per Jones si tratterebbe di una bufala, e le famiglie delle vittime sarebbero tutti attori al soldo del «sistema», con il fine di limitare il diritto dei cittadini a possedere delle armi.

Grazie a Jones, a 10 anni dalla sparatoria, i famigliari delle vittime sono ancora bersaglio di minacce e insulti da parte dei fanatici che credono alle sue teorie diffuse dalla sua società: la Free Speech System. Ora Jones è stato condannato per diffamazione e la cifra verrà divisa fra i 15 querelanti, famigliari delle vittime, e un agente dell’Fbi, William Aldenberg, diventato a sua volta un target delle teorie del complotto diffuse da Infowars.

Aldenberg era stato il primo testimone del processo contro Jones, e tra i primi agenti ad entrare nelle aule dove si era svolta la carneficina, La sua deposizione è stata più volte interrotta dalle lacrime e dal ricordo di un trauma difficile da metabolizzare, e che veniva messo in dubbio quotidianamente da un’intera comunità online.

Dopo la lettura del verdetto Jones ha mantenuto un atteggiamento da martire, e ha provocato la giuria: «965 milioni? Perché non miliardi? Questo è un incubo, anche perché i soldi non li ho». Questa batosta economica è in effetti devastante, e il piccolo impero mediatico di Jones potrebbe non sopravvivere al colpo.

UN VERDETTO di questo genere ha sicuramente il potenziale di fare di Jones un eroe nell’universo complottista, come ha fatto notare Erica Lafferty, figlia della preside della scuola di Sandy Hook, e per questo una sentenza dura è ancora più importante: «Ci saranno più Alex Jones in questo mondo, ma quello che hanno imparato qui oggi è che saranno assolutamente ritenuti responsabili delle loro azioni».

Poche ore dopo la sentenza del Connecticut, dalla Florida è arrivato un altro verdetto, sempre per una sparatoria in una scuola: quella avvenuta nella Parkland il 14 febbraio 2018, dove sono morte 17 persone, 14 studenti e 3 adulti che facevano parte dello staff scolastico. Il 24enne Nikolas Cruz, che aveva aperto il fuoco su ragazzi poco più giovani di lui, è stato condannato all’ergastolo.

Cruz si era già dichiarato colpevole: la giuria doveva decidere se condannarlo all’ergastolo o alla pena di morte. Il verdetto è stato raggiunto in 2 giorni, solo 15 minuti dopo l’inizio della seconda giornata di deliberazioni, e dopo un processo durato 3 mesi in cui i parenti delle vittime e i sopravvissuti hanno raccontato il massacro senza tralasciare alcun dettaglio.

PER TUTTI I CAPI di accusa, i giurati hanno riscontrato che i pubblici ministeri avevano stabilito fattori aggravanti, tra cui il fatto che gli omicidi mostravano una crudeltà tale da raggiungere la soglia di ammissibilità alla pena di morte, ma hanno anche stabilito che gli elementi più eclatanti dell’attacco non superavano le attenuanti presentate dagli avvocati difensori.

Il verdetto è stato accolto in modo diverso dai famigliari appartenenti alla vecchia e nuova generazione, con i primi delusi da una pena, a loro parere, «mite». Di avviso diverso parenti e amici più giovani.

«HO TEMUTO questa fase del processo per gli ultimi 4 anni e mezzo – ha scritto su Twitter Robert Schentrupr, fratello di una delle vittime – Perché questa è la parte in cui le persone mi diranno che la punizione porterà ’giustizia’ e ’guarigione’. La parte in cui in tv useranno il nome di mia sorella per sostenere l’omicidio di un altro essere umano. Non si può dire che l’omicidio sia atroce o imperdonabile mentre si chiede l’omicidio di un’altra persona».

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