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Alessandria, sgomberata la Casa delle donne

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Diritti delle donne Quando lunedì scorso l’assessora regionale piemontese del Carroccio, Chiara Caucino, aveva diffuso un lungo comunicato contro la nuova giunta comunale di centro sinistra alessandrina accusata di aver difeso l’esperienza della […]

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 3 agosto 2022

Quando lunedì scorso l’assessora regionale piemontese del Carroccio, Chiara Caucino, aveva diffuso un lungo comunicato contro la nuova giunta comunale di centro sinistra alessandrina accusata di aver difeso l’esperienza della «Casa delle donne», al collettivo femminista che occupa lo stabile era apparso chiaro il rapido epilogo della vicenda.

Lo stabile di proprietà dell’Ipab, un ente regionale in via di scioglimento, era stato occupato, il 9 giugno del 2018, dal collettivo femminista alessandrino «Non una di meno».

Lo sgombero era già stato minacciato dalla Regione nella primavera scorsa proprio a ridosso dell’inizio della campagna elettorale per le amministrative.

Per questo, quando il collettivo femminista ha letto la nota di Caucino contro la Giunta Abbonante che sosterrebbe e valorizzerebbe «azioni gravissime, illegali, quasi da far west» riferendosi proprio al loro movimento, i locali dell’Ex Asilo Monserrato non sono più stati abbandonati garantendo una presenza costante di attiviste 24 su 24. Per questo, ieri mattina alle otto, quando la squadra mobile guidata dal Questore in persona si è presentata ai loro cancelli le occupanti erano già numerose fuori e dentro la stabile.

Per tutta la mattinata di ieri quindi è cominciata una lunga trattativa che ha visto la presenza del sindaco Pd, Giorgio Abbonante, insieme agli assessori Enrico Mazzoni e Giorgio Laguzzi, che hanno cercato una mediazione possibile tra l’ordinanza di sequestro dell’ex asilo firmata dal Gip e la volontà di tutelare e difendere l’esperienza della Casa delle donne.

Dopo diverse ore di dialogo e confronto il Comune si è impegnato, entro fine ottobre, ad ottenere il passaggio, a titolo gratuito, dello stabile dalla Regione al comune di Alessandria con l’impegno di «valutare lo strumento più adeguato dato dalla legge per l’affidamento dello stabile alla costituenda associazione di “Non Una Di Meno”, tenuto conto delle attività e della manutenzione portate avanti dal collettivo “Non Una Di Meno” in questi anni».

Un compromesso che ha portato il collettivo femminista a lasciare, temporaneamente, lo stabile per permettere l’eseguibilità del sequestro imposto dal Gip, ma con una promessa politica chiara. «La conclusione di questa giornata è che, per ora, ha vinto la parte più violenta della campagna elettorale rappresentata dalla destra che da mesi ci usa come strumento di propaganda», dice Marta del collettivo femminista alessandrino. «Seguiremo tutti i passaggi formali concordati con il comune ma – conclude Marta – se a fine ottobre l’ex asilo non riaprirà, come siamo già entrate una volta, rientreremo e non aspetteremo un giorno in più».

Sulla vicenda anche il consigliere regionale di Verdi e Sinistra, Marco Grimaldi, si è scagliato contro la Giunta piemontese accusandola di «aver voluto cominciare questa campagna elettorale estiva con il pugno di ferro attraverso una mossa di pura propaganda sulla pelle di tante donne che senza quel servizio sarebbero più sole e meno sicure».

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