Vestiti e scarpe usate, dischi, gioielli di plastica, video cassette, libri. Addio. Dopo 150 anni il Balon, storico mercato delle pulci di Torino, perde la sua parte più umile, quella che trasforma le povere cose in lavoro e integrazione. I commercianti che se ne devono andare sono un poutpourri di colori, con forte prevalenza del nero africano: ma non mancano gli italiani. Gli acquirenti idem. Tutti travolti da un processo di «riqualificazione» che vuole trasformare il quartiere di Porta Palazzo in una linea di montaggio dell’industria del «cibo di qualità». Nessuna novità nell’orizzonte delle città deindustrializzate che provano a cavare...