Ieri i poliziotti hanno messo in scena un «giovedì nero» di protesta, un po’ dappertutto in Francia e non solo nella capitale, contro le condizioni di lavoro imposte alle forze dell’ordine nelle due settimane dei Giochi Olimpici, dal 26 luglio all’11 agosto prossimi. I sindacati – Alliance (estrema destra, il più forte nella polizia), con l’Unsa-Police – hanno organizzato manifestazioni e uno sciopero dello zelo (rallentamento dell’attività) per chiedere dei «premi» per gli straordinari, «a avvenimento eccezionale, misure eccezionali», la garanzia che non verranno persi dei giorni di ferie e un «accompagnamento sociale» per far fronte ai costi aggiuntivi, come per la sorveglianza dei figli minorenni, in un periodo di vacanze scolastiche.

Il ministero degli Interni avrebbe stanziato 500 milioni per cercare di calmare il malcontento, mentre i sindacati di polizia minacciano altre giornate di azione.

Emmanuel Macron ha incluso le Olimpiadi di quest’estate nella lista delle «fierezze francesi» di cui il popolo dovrebbe rallegrarsi. Ma il malcontento serpeggia nella popolazione, per motivi diversi. Si va dalla protesta a Tahiti, perché le gare di surf previste nel Pacifico rischiano di danneggiare la barriera corallina, al malumore dei parigini, di cui la sindaca socialista Anne Hidalgo si è fatta portavoce, in particolare per la pressione sui trasporti.

«Non saremo pronti» ha affermato Hidalgo: sono attesi 15 milioni di spettatori alle gare olimpiche (cioè 4 milioni di turisti più del solito in Francia in estate), molti a Parigi e nella Seine-Saint-Denis, e c’è il timore che la rete della metropolitana e del trasporto express regionale non tenga. La quindicesima linea di métro, 200 km del Grand Paris Express che collegherà le banlieues, difatti, inizierà ad essere messa in attività solo nel 2025. Sono circolate voci assurde su supposte domande delle autorità che avrebbero chiesto ai parigini di andarsene, per lasciare spazio ai turisti. Intanto, una miriade di società private stanno organizzandosi per proporre taxi a idrogeno, bici-taxi, taxi volanti ecc.

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Polemica sui prezzi del métro: il biglietto della corsa è raddoppiato per il periodo delle Olimpiadi, per spremere i turisti (i parigini possono comprarli prima degli aumenti). Tra i più scontenti ci sono i bouquinistes sui quais, le “scatole” verde bottiglia con i libri saranno smantellate temporaneamente, per timore di attentati nella cerimonia di apertura, che sarà all’aperto, sulla Senna (con una parte dei posti a pagamento, altri gratis). Il timore di attentati sta spingendo a controlli di sicurezza orwelliani, che si teme lasceranno tracce durature nella video-sorveglianza di tutti i giorni.

Parigi ha vinto le Olimpiadi con l’impegno a farne dei «Giochi ecologici», utilizzando il più possibile le strutture già esistenti. Ci sono stati più di 4 miliardi di investimenti nelle infrastrutture, la parte più consistente concentrata nella Seine-Saint-Denis, il dipartimento più giovane e più povero di Francia, alle porte di Parigi (dove sorge lo Stade de France). Il Comitato olimpico ha stanziato 4,4 miliardi per l’organizzazione. Alcuni rapporti di economisti prevedono un valore aggiunto di 9,3 miliardi. In attesa, sono stati creati 109mila posti di lavoro. Bernard Thibault, ex segretario della Cgt, è co-presidente del Comitato sociale delle Olimpiadi. «È la prima volta che c’è un posto per i sindacati» nella preparazione dei Giochi, afferma, soprattutto attenti ai «limiti alle deroghe sui diritti del lavoro».

Nei cantieri delle infrastrutture, ci sono stati finora 164 incidenti sul lavoro, di cui 25 gravi, un dato più basso della media nell’edilizia. Thibault dà un giudizio positivo: possiamo «dimostrare che i grandi avvenimenti non sono incompatibili con diritti sociali alti e possono contribuire al loro sviluppo». Ci saranno 45mila volontari che contribuiranno allo svolgimento dei Giochi e i sindacati lavorano a «inquadrare», «fissare dei limiti» a questo tipo di contributi non remunerati.

Il 45% dei datori di lavoro, soprattutto nella ristorazione, si dicono «inquieti», temono di mancare di personale, di dover far fronte a difficoltà logistiche. Ma è già cominciata la corsa ai guadagni: i prezzi degli hotel sono alle stelle e anche i privati partecipano a questa impennata con gli affitti brevi (un primo calcolo parla di 257 milioni nelle tasche dei proprietari di case).