I Impresentabile perfino per il partito che esibisce senza scandalo Bjorn Höcke, il leader della corrente di ultra-destra appena condannato dal tribunale di Halle per aver scandito slogan nazisti durante un comizio. «Non si faccia più vedere in giro» è l’ordine categorico calato dai vertici di Alternative für Deutschland dopo essere stati investiti dalla bufera mediatica che ha provocato la rottura politica con Marine Le Pen e Matteo Salvini. Tradotto significa che l’europarlamentare Maximilian Krah, ricandidato a Bruxelles nella lista di Afd, non prenderà più parte alla campagna elettorale né potrà rimanere membro della segreteria federale. In altre parole, cancellato.

Troppo grossa la sua sparata nell’intervista sulle SS che «non erano tutte criminali»: ultima goccia del vaso di Krah già colmo dell’inquietante sospetto di passare informazioni riservate sull’Europarlamento ai servizi segreti cinesi agganciatisi attraverso Jian G, il suo stretto collaboratore su cui ora pende l’accusa di spionaggio.

Per questo a inizio mese l’ufficio di Krah a Bruxelles è stato passato al setaccio su mandato della procura federale, mentre l’inchiesta congiunta di Wdr, Ndr e Süddeutsche Zeitung restituisce gli indizi delle bustarelle di Pechino travestite da finte fatture transitate per il suo conto bancario.

«Mi metto in disparte in nome dell’unità del partito. Non voglio che il mio caso oscuri la campagna elettorale di Afd» taglia corto Krah su X, come fosse una sua autonoma decisione e non il verbot totale ad apparire in pubblico imposto dai massimi dirigenti di Afd. Il partito guidato dalla leader Alice Weidel accusa non poco, per la prima volta, una leggera ma rilevante flessione nei sondaggi; alla vigilia del voto europeo non può permettersi altri incidenti come il frontale causato dalla spericolata intervista rilasciata da Krah.

Proprio per colpa dell’eurodeputato negazionista dei crimini delle SS il Rassemblement National francese e la Lega italiana hanno rotto l’asse nazionalista che doveva servire come trampolino di lancio per Alice Weidel, il volto rassicurante di Afd.

In teoria, sulla carta, avrebbe dovuto esserlo anche Krah, classe 1977, laureato in Legge all’Università di Dresda con master alla London Business School e alla Columbia Business School di New York, figlio di un ex consigliere del ministro dell’Interno della Sassonia, ex dirigente locale della Cdu; lo stesso partito a cui era tesserato l’eurodeputato fino al 2016.

Prima di virare all’estrema destra come nemico del movimento Lgbtq+, immigrati e islamici a patto che non siano talebani; tristemente celebre la sua analisi sulla caduta di Kabul come punizione per il mese del Pride.

Tifoso delle idee di Eric Zemmour, Krah è noto anche per aver proposto l’istituzione della milizia cittadina volontaria da affiancare alla polizia per la gestione dell’ordine pubblico. L’ufficio per la Protezione della Costituzione, il controspionaggio, ha classificato le sue dichiarazioni come «aperta promozione del nazionalismo etnico e della xenofobia». Il problema per Afd appunto è che è aperta.