Addio rugby champagne
Sport Italia sconfitta a Marsiglia dalla Francia: 34-17. L’Irlanda domina il Galles. E Edimburgo la Scozia sgambetta l’Inghilterra e vince la Calcutta Cup che le sfuggiva da dieci anni.
Sport Italia sconfitta a Marsiglia dalla Francia: 34-17. L’Irlanda domina il Galles. E Edimburgo la Scozia sgambetta l’Inghilterra e vince la Calcutta Cup che le sfuggiva da dieci anni.
Dei francesi era da temere la potenza fisica, non certo l’estro o le belle mani. La sfida si sarebbe giocata sul terreno della forza bruta, delle cariche per linee centrali volte a sgretolare ogni argine e resistenza. Niente grazia né ricami ma solo un incessante percuotere. E così è stato. Il tempo del rugby champagne è volato via e non tornerà più, lasciando impressi bellissimi ricordi di un’epopea irripetibile. Era quello “le temps des Boni”, i fratelli Guy e André Boniface, coppia di centri che meravigliava per l’eleganza dei loro “cadrages débordement” e delle “passes croisées”, e poi Camberabero, Maso, Dourthe, e più avanti Blanco, Lagisquet, Sella. Guardavi le partite della Francia beandoti di quel gioco spumeggiante, con la palla che viaggiava veloce da una mano all’altra, un’apoteosi di finezze, astuzie e geniali invenzioni. Il rugby pareva aver scelto Mozart e i minuetti anziché la solenne gravità delle cornamuse o delle marce militari. Fu una bella parentesi, prima che i titani evocati dal professionismo si impadronissero dei campi di gioco con i loro muscoli, i trequarti da un quintale di peso e una strategia votata alla demolizione fisica dell’avversario.
Eppure c’è chi ama il power-rugby e ne fa oggetto di vanto. O così o niente. Oggi lo scetticismo accompagna gli estremi sotto il metro e ottanta (vero, Matteo Minozzi?) o le aperture non sufficientemente scolpite nella pietra. Francia e Galles, le due squadre che più di tutte negli anni ’60 e ’70 mostrarono come si potesse giocare al rugby unendo grazia e forza fisica, hanno cancellato quel loro passato convertendosi a un’interpretazione del gioco d’attacco che fa leva principalmente sull’impatto: carrarmati che cozzano l’uno contro l’altro e vediamo chi per primo abbandona la pugna.
Francia-Italia, giocatasi ieri sera al Velodrome di Marsiglia ha proposto un copione che non dava scampo agli azzurri. Si dirà molto di Mathieu Bastareaud, l’iconico centro transalpino, 1, 82 di altezza per 120 chili di peso, autore di una meta e di una miriade di sfondamenti con due-tre azzurri appesi alla sua stazza che non riuscivano ad arrestarne l’avanzata. E’ stato certamente decisivo: lui e il terza linea Yacouba Camara hanno dominato la scena. Ma tutto il match ha proposto da un lato una Francia che procedeva a colpi d’ariete, avanzando metro dopo metro, dall’altro lato un’Italia costretta a resistere ma incapace di reggere il confronto fisico, eroica e commovente nel sacrificio ma mai nelle condizioni di imporre un altro copione alla partita. Il primo tempo si è chiuso su un parziale di 11-7 che lasciava qualche margine all’Italia. Ma troppe energie erano state spese per fermare le cariche dei bleus. Sempre più stanca e dunque propensa agli errori nei placcaggi e all’indisciplina, nell’ultimo quarto di gara Parisse e compagni hanno inevitabilmente ceduto.
E’ finita 34-17, con tre mete francesi (Gabrillagues al 5’, Bonneval al 59’, Bastareaud al 72’) contro le due italiane (meta tecnica al 10’ e Minozzi al 78’, quando ormai tutto era compromesso). Maxime Machenaud ha totalizzato 19 punti dalla piazzola (7/8), Tommaso Allan e Carlo Canna un piazzato a testa.
Una miglior qualità tecnica avrebbe consentito ai bleus una vittoria ben più ampia e un punto in più di bonus, ma per almeno sei volte le occasioni da meta sono state gettate al vento per errori nei passaggi o nella scelta delle opzioni di gioco. Ai francesi, finora sempre sconfitti nel torneo e scossi da polemiche e scandali federali, importava anzitutto vincere. Lo hanno fatto ma senza brillare e solo grazie allo strapotere fisico.
L’Italia ha fatto ciò che le era possibile, ma di questi tempi il suo bagaglio tecnico-agonistico non può bastare per portare a casa il risultato contro squadre molto più attrezzate. Bene Sebastiano Negri, terza linea di livello superiore, alcune conferme di crescita da parte di Castello e Bellini, ma finché le partite si giocano su questi standard di intensità per gli azzurri non c’è scampo.
L’Irlanda a punteggio pieno
La sfida celtica di Dublino ha visto prevalere i padroni di casa per 37-27. E’ stata una partita bella e appassionante, giocata su un altissimo livello tecnico. Cinque le mete irlandesi (Stockdale al 7’, Aki al 41’, Leavy al 45’, Healy al 54’, ancora Stockdale all’81’) contro le tre del Galles (Davies al 21’, Shingler al 62’, Evans al 71’).
L’Irlanda ha dominato sul piano del gioco ma non è stata altrettanto precisa dalla piazzola, con Johnny Sexton che nel primo tempo ha sbagliato ben tre calci piazzati. L’apertura irlandese è però stato decisivo in regia, distribuendo assist e interpretando con autorevolezza il suo ruolo di regista della squadra. Il Galles ha giocato un match impressionante per determinazione e capacità difensiva, ma il suo impianto di gioco è risultato meno efficace di quello dei verdi.
Le due mete segnate all’inizio del secondo tempo sembravano aver messo al sicuro gli irlandesi ma il ritorno gallese è stato rabbioso. La meta di Steff Evans al 71’ ha portato i dragoni a soli 3 punti dagli avversari. Decisivo, nel forcing finale, l’intercetto di Jacob Stockdale che è volato in solitaria al centro dei pali. Grazie al bonus point l’Irlanda è prima a 14 punti, in corsa tanto per il Grande Slam quanto per la Triple Crown.
Inghilterra: sconfitta a sorpresa
La Calcutta Cup torna in mano scozzese. Non avveniva da dieci anni. Al Murrayfield Stadium di Edimburgo gli uomini di Greg Townsend hanno condotto una partita perfetta tanto sul piano tattico quanto su quello della disciplina. Nel primo tempo ha segnato tre mete con Huw Jones (2) e Sean Maitland, andando al riposo sul 22 a 6. Il secondo tempo ha visto gli inglesi subito all’attacco e in meta dopo quattro minuti con Owen Farrell ma la difesa scozzese è riuscita a reggere il ritorno del XV della Rosa, che con il passare dei minuti è diventato sempre più falloso e incapace di trovare soluzioni d’attacco.
La classifica: Irlanda 14; Inghilterra 9; Scozia 8; Galles e Francia 6; Italia 0.
Tra due settimane il penultimo turno: Irlanda-Scozia, Francia-Inghilterra, Galles-Italia.
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