Addio a Franco Calamida, ricercatore dell’unità, protagonista delle lotte del ’68-’69
Franco Calamida se ne è andato, improvvisamente e ci lascia increduli, impreparati. Sembrava immortale come lo sono tutti i compagni a cui vogliamo bene. Invece i suoi capelli bianchi da […]
Franco Calamida se ne è andato, improvvisamente e ci lascia increduli, impreparati. Sembrava immortale come lo sono tutti i compagni a cui vogliamo bene. Invece i suoi capelli bianchi da […]
Franco Calamida se ne è andato, improvvisamente e ci lascia increduli, impreparati. Sembrava immortale come lo sono tutti i compagni a cui vogliamo bene. Invece i suoi capelli bianchi da sempre, il suo umorismo colto e graffiante, non ci saranno più. I messaggi che arrivano a Rita la sua compagna di una vita, più di 50 anni vissuti assieme, ci parlano di un grande e sconcertante vuoto che lascia.
Sentiamo che le figure di un’epoca e di un coerente impegno, si assottigliano.
Se ci fosse la galleria dei protagonisti del 68/69, Franco Calamida avrebbe un meritato posto di rilievo. Conquistato sul campo, prima ancora dell’autunno caldo, dentro a quella lotta degli impiegati milanesi che anticipò i contenuti egualitari del contratto, le forme di lotta, la democrazia delle assemblee e i consigli di fabbrica. Da quella lotta, di cui poco si parla, nacquero i Comitati Unitari di Base dei metalmeccanici, i primi: alla Borletti e alla Philips.
Qui l’ingegnere socialista Calamida fa il salto alla lotta di classe, all’organizzazione dei lavoratori della Philips e poi nel movimento dei Cub non solo milanesi ma, alla Fiat di Torino a Napoli e alla militanza politica in Avanguardia Operaia. Franco abbandonava così una brillante carriera per fare il “rivoluzionario di professione”, pagato come un operaio.
Rivoluzionario….la parola aveva un senso nobile allora e non evocava violenza, ma il coraggio di rischiare, di pensare di cambiare il mondo e di misurare le proprie idee tra le persone con cui lavoravi o studiavi.
È nell’assemblea al Palalido di Milano, dove venne presentata la piattaforma contrattuale dei metalmeccanici, che si formò Franco: parlando a 5000 impiegati metalmeccanici milanesi, a centinaia di delegati sindacali, ai dirigenti di Fiom–Fim–Uilm.
Oggi tutti i compagni lo ricordano: gentile, tollerante, portatore di dubbi, conviviale. Sono i tratti che lo hanno distinto in 50 anni di vita politica e di passaggi sofferti tra unificazioni e divisioni nella sinistra rivoluzionaria, da Avanguardia Operaia a Democrazia Proletaria a Rifondazione Comunista. Un dirigente politico nazionale che girò per il paese in lungo e in largo per parlare, organizzare, fare comizi, dal Trentino alla Sicilia. Era a Cinisi dopo la morte di Peppino a sostituirlo nel comizio elettorale. Era inconfondibile, saliva alla tribuna con lentezza e i suoi toni di voce nelle assemblee di partito erano di conciliazione.
Ma ora, prima di tutto, vogliamo ricordare che Franco è stato fino all’ultimo, figlio degli straordinari anni 60/70, il punto più alto della partecipazione, delle lotte popolari, dell’unità e dei diritti. È importante ricordarlo ora, in tempi di cancellazione della memoria. Ricordarlo come un uomo dei Cub e del sindacato dei consigli, dell’incontro tra lavoratori e studenti, del mondo della cultura e della scienza al servizio del mondo del lavoro. Ricordarlo come un ricercatore dell’unità delle forze dell’alternativa di sinistra, in tempi di evaporazione di questo concetto. Ricordarlo negli anni 90 tra i fondatori dell’Associazione Convenzione per l’alternativa di Sinistra ed ora con noi a dar vita all’Associazione CostituzioneBeniComuni e ai nostri convegni sull’emigrazione, su Expo, sul ’69 operaio e sui 44 anni di “presenza del 68 a Palazzo Marino” il consiglio comunale di Milano. A scrivere il capitolo sui CUB nel libro su Avanguardia Operaia.
L’unità, l’allargamento e l’inclusione delle esperienze alternative sono stati il suo ancoraggio.
La sua sicurezza: la Costituzione e il rispetto per le istituzioni, dal Consiglio Comunale al Parlamento dove, in entrambe, è stato eletto. La militanza in Democrazia Proletaria è stata in Franco la ricerca e l’orgoglio suo e collettivo, di essere stati anche un’alternativa e un argine, al possibile dilagare dell’ideologia della lotta armata, in momenti in cui parlavano le bombe stragiste, le Br e la P38.
Franco ci lascia l’eredità d’essere ancora depositari di questa memoria vissuta.
Emilio Molinari, Vittorio Agnoletto, Piero Basso, Vittorio Bellavite, Roberto Biorcio, Leo Fiorentino, Maria Grazia Meriggi, Silvano Piccardi, Basilio Rizzo, Angelo Solazzo, Guglielmo Spettante, Mariangela Villa dell’Associazione CostituzioneBeniComuni.
(I funerali si svolgeranno il 16 giugno 2021 alle 14.30 presso i giardini intitolati a Fausto e Iaio in piazza Durante a Milano)
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