Quando i rivoluzionari cubani sconfissero l’esercito di Fulgencio Batista, nel gennaio del 1959, Harlem era l’indiscusso centro politico e culturale nero degli Stati uniti. Dall’inizio del Novecento il quartiere era stato attraversato da movimenti afro-americani radicali che avevano attirato politici e attivisti da tutto il Terzo mondo, leader che in diversi casi avrebbero poi giocato un ruolo chiave nel processo di decolonizzazione degli anni Cinquanta e Sessanta. Con il «Sud globale» in sommossa, Harlem era il centro più recettivo per i messaggi che arrivavano dai movimenti indipendentisti africani e asiatici. «La colonizzazione e la discriminazione razziale negli Stati uniti hanno...