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Accuse di molestie, si dimette il portavoce di Sumar Íñigo Errejón

Accuse di molestie, si dimette il portavoce di Sumar Íñigo ErrejónÍñigo Errejón – Ap

Spagna Braccio destro della vicepresidente del governo, Yolanda Díaz, fondatore di Podemos con Pablo Iglesias, lascia la politica dopo lo scandalo su i suoi comportamenti sessisti

Pubblicato 3 giorni faEdizione del 25 ottobre 2024

Il braccio destro della vicepresidente del governo spagnolo, Yolanda Díaz, e portavoce parlamentare di Sumar, Íñigo Errejón, abbandona repentinamente la politica. Ieri in tarda mattinata l’annuncio: si dimette da deputato perché «la contraddizione fra personaggio e persona» è arrivata al limite, dice.

Dentro la formazione alla sinistra del Psoe, che da mesi sta cercando di trovare una bussola e un senso della propria azione politica, sempre meno visibile, Errejón era una delle persone con maggiore prospettiva ed esperienza. Era stato fra i fondatori di Podemos e numero due di Pablo Iglesias fino allo scontro con il leader nel congresso del 2016 a Vistalegre che poi era finito con l’uscita di Errejón dal partito per fondare con l’ex sindaca di Madrid Manuela Carmena una nuova formazione chiamata Más Madrid, che ora è confluita in Sumar. Il partito ha un forte peso solo nella città di Madrid, dove è il principale partito di opposizione.

Le ragioni delle dimissioni di Errejón sono diventate sempre più chiare con il passare delle ore: gravissime accuse di molestie da diverse donne nel corso del tempo. E non solo: una di queste donne parla di “maltratto psicologico”.

L’aspetto che genera più perplessità di questa inquietante vicenda – se verrà confermata -, oltre al fatto che Errejón rappresenta una generazione di politici maschi che difendono pubblicamente e politicamente il femminismo, è che le ultime accuse, raccolte in forma anonima (e senza il nome del politico in questione) dalla giornalista femminista Cristina Fallarás sul suo account Instagram, non sarebbero gli unici casi conosciuti. Sulle reti social sono emerse varie testimonianze di persone vittime dell’interesse del politico, ma convinte in qualche modo a ritirare le accuse o cancellare i post.

Nel lungo comunicato del politico madrileno, non si fa alcun riferimento esplicito alle accuse. «Sono arrivato al limite della contraddizione tra il personaggio e la persona», scrive, «tra uno stile di vita neoliberista e l’essere portavoce di una formazione che difende un mondo nuovo, più giusto e umano. La lotta ideologica è anche una lotta per costruire nuovi modi di vita e relazioni che siano migliori, più attenti, più solidali e, quindi, più liberi. Non si può chiedere alle persone di votare diversamente da come si comportano nella vita quotidiana», dice sibillino.

Il resto del comunicato è centrato sulla sua necessità di prendersi cura di se stesso: «Ho avuto il privilegio di difendere le idee che considero le più belle e giuste, e di farlo durante uno dei decenni più intensi, ma anche più difficili, della politica spagnola. Ciò comporta molte esperienze, apprendimenti e motivi di orgoglio. Ma genera anche un tipo di vita, una quotidianità, una soggettività, un tipo di legami nella sfera pubblica, con la fama e con gli altri che hanno il loro prezzo».

Sembra sia stata proprio Díaz ieri mattina ad avergli imposto le dimissioni immediate. Errejón avrebbe ammesso comportamenti machisti, ma non delittivi. Ma il caso ha tutta l’aria di poter esplodere ancora di più in faccia alla già logoratissima leadership di Yolanda Díaz. Che su Más Madrid ed Errejón ha fatto da sempre molto affidamento.

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