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Accordo sul debito tra Biden e i repubblicani: default scongiurato

foto di Joe Biden

Usa Mercoledì il primo voto alla Camera. L'accordo sospende per due anni il limite massimo dell'indebitamento del governo. A rischio però la tenuta delle misure di welfare

Pubblicato più di un anno faEdizione del 30 maggio 2023

Joe Biden e il capo dell’opposizione repubblicana che controlla la Camera Kevin McCarthy hanno raggiunto un accordo sul tetto del debito americano, scacciando così lo spettro del paventato e disastroso default che avrebbe avuto ripercussioni anche fuori gli Usa e contenendo la spesa pubblica.

Nel 2011 il solo rischio di default, scampato all’ultimo momento, aveva causato una caduta del 20% della Borsa e il declassamento del rating delle obbligazioni Usa da parte di S&P. Questa volta un’intesa è stata raggiunta nella tarda serata di sabato, dopo una maratona negoziale durata settimane.

L’accordo sospende per due anni il limite massimo dell’indebitamento del governo, stabilito a 31.400 miliardi di dollari, e va quindi oltre la scadenza delle elezioni presidenziali del 2024, in modo da evitare una crisi nel bel mezzo di un periodo così delicato come quello della campagna elettorale.

L’accordo blocca l’aumento della spesa federale, con l’unica eccezione per gli aumenti negli stanziamenti per i veterani e per la difesa. Secondo l’analisi più citata dai media Usa, quella condotta dal New York Times, in un arco di dieci anni questo accordo può ridurre la spesa di 650 miliardi dollari, risultato definito “modesto”.

Dopo il tour de force del negoziato, Biden ha dichiarato che l’intesa raggiunta con i repubblicani della Camera è un “importante passo avanti che riduce la spesa mentre protegge programmi di rilievo critico per i lavoratori”, aiuta la crescita economica, ma senza retrocedere rispetto alle priorità sue e dei democratici.

Altrettanta soddisfazione l’ha espressa McCarthy durante una conferenza stampa a Capitol Hill, durante la quale ha affermato che l’accordo contiene “riduzioni storiche nella spesa, riforme consequenziali che solleveranno persone dalla povertà e riduce eccessivi interventi governativi”, il tutto senza nessuna nuova tassa.

Non è arrivato lo stesso entusiasmo dai rami più a destra e più a sinistra del Congresso da dove si sono alzate voci critiche. I liberal sono preoccupati che l’accordo peggiori le condizioni dei lavoratori meno specializzati, che arrivino tagli al welfare e che ci siano passi indietro sulla lotta al cambiamento climatico; i conservatori trumpiani, invece, sostengono che non ci sono abbastanza manovre per contenere la spesa pubblica, mentre ci sono ancora troppi finanziamenti per gli aiuti all’Ucraina.

Mercoledì si aspetta il primo voto alla Camera. “Contrariamente a quanto afferma Kevin McCarthy – ha dichiarato Alexandria Ocasio-Cortez – il limite del debito non riguarda l’aumento del nostro limite per la spesa futura. Si tratta di pagare i nostri conti, quelli che abbiamo già votato e su cui ci siamo già impegnati, compreso ciò per cui hanno già votato i repubblicani”.

La deputata dem Pramila Jayapal, presidente del Congressional Progressive Caucus, ha dichiarato di non sapere ancora se voterà per l’accordo, e ha definito “una politica assolutamente terribile” la parte che mette a rischio il welfare dei buoni pasto. Il deputato dem Jim Himes ha detto di essere “tentato di dire votare contro”, e voci simili si alzano anche da destra.

Durante una Town Hall andata in onda alla CNN, Trump ha esortato i repubblicani a votare contro l’accordo: “Potreste anche farlo, altrimenti lo farete più tardi”, le parole dell’ex presidente. Durante i quattro anni della sua presidenza il debito Usa è cresciuto di 7,8 trilioni di dollari.

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