«La cooperazione con la Mauritania ci ha permesso di ridurre gli arrivi irregolari e di salvare vite umane evitando che le mafie mettano a rischio migliaia di persone».

Lo ha detto nei giorni scorsi, con un linguaggio non dissimile da quello utilizzato dall’attuale governo italiano, il ministro degli Interni spagnolo Fernando Grande-Marlaska durante la sua visita in Mauritania, proprio mentre la Bbc  lo chiamava in causa per la strage di migranti che il 24 giugno tentavano di scavalcare le recinzioni e di entrare nell’enclave spagnola di Melilla.

Il ministro degli Interni del governo Sánchez ha firmato, insieme al suo omologo dell’ex colonia francese Mohamed Ahmed Ould Mohamed, un accordo che rafforza la già solida collaborazione tra i due paesi nel contrasto alla “immigrazione clandestina”. Se nel 2021 quasi 2000 persone erano riuscite a raggiungere le Isole Canarie dalla Mauritania, nei primi nove mesi del 2022 gli arrivi si sono ridotti a 166, si è vantato Grande-Marlaska, al suo terzo viaggio a Nouakchott.

Il nuovo accordo prevede la fornitura di mezzi logistici ed apparecchiature alle forze di sicurezza del paese maghrebino affinché possano contrastare più efficacemente i tentativi di raggiungere il suolo spagnolo attraverso la rotta atlantica. Un certo numero di mezzi navali ed aerei spagnoli, insieme ad un contingente di agenti della Guardia Civil e della Policía Nacional, sono già dispiegati a Nouadhibou, città di pescatori nel nord-ovest del paese e punto di partenza dei viaggi della speranza verso l’Europa.

Solo nel secondo trimestre del 2022, informa Madrid, i pattugliamenti congiunti degli agenti spagnoli e dei gendarmi mauritani avrebbero condotto al sequestro di 28 imbarcazioni e all’intercettazione di quasi 4500 migranti che tentavano di salpare dalle coste del paese.

La Mauritania è un territorio di transito per migliaia di migranti diretti verso le coste europee provenienti da tutta l’Africa. Secondo il ministero degli Interni spagnolo, dall’inizio dell’anno fino al 15 settembre scorso 11.500 persone sono riuscite a raggiungere le Canarie partendo dalla costa atlantica dell’Africa.

Una rotta estremamente pericolosa a causa della lunghezza e della mancanza di un sistema di monitoraggio e salvataggio: nel 2021, calcola l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, almeno 1532 migranti sono morti nel tentativo. Per “Caminando Fronteras” il bilancio è molto più tragico: per l’ong spagnola i morti sulla “ruta canaria”, i cui porti di partenza sono distribuiti lungo tutta la costa nord-occidentale africana, dal Gambia al Marocco – sarebbero circa 4000.

L’esternalizzazione delle proprie frontiere e l’affidamento alle forze di sicurezza mauritane del contrasto alle partenze da parte del governo di Madrid non salva affatto vite umane, ma rende solo più rischiose le traversate.