Per le regionali in Friuli Venezia Giulia si va verso un accordo di coalizione: Pd e M5S stanno ragionando seriamente su come costruire un’alternativa alla destra maggioritaria in Regione con sinistra e liste civiche disponibili a una fattiva collaborazione. Sostanzialmente tutte le forze di minoranza già presenti in Consiglio regionale stanno lavorando sui punti programmatici da proporre unitariamente e il clima sembra sereno, senza particolari veti o punti ostativi. Ci sono Civica Fvg e Patto per l’Autonomia che si sono accordati per candidati in comune in una lista unitaria come «parte importante di una coalizione ampia» e c’è Open Sinistra Fvg del consigliere regionale Furio Honsell. Fuori dalla partita il terzo polo che, preso atto della pregiudiziale posta nei suoi confronti dai 5 stelle e ribadendo anche la propria assoluta indisponibilità ad un cammino comune con quella forza politica, correrà da solo.

Era sembrata una strada in salita, nessuno si aspettava che la data del voto fosse fissata con tanto anticipo, il 2 e 3 aprile: difficoltà per chi deve raccogliere le firme non avendo un proprio simbolo o una presenza in consiglio regionale, complicato coagulare un programma dettagliato frutto del confronto fra anime anche dissimili, non semplice rispettare tutti i passaggi interni di rapporto con gli iscritti. Ma i tempi stretti sembrano avere dato una spinta in più a tutti.

Il 22 dicembre il segretario regionale del Pd, Renzo Liva, fresco di nomina, aveva convocato un tavolo di coalizione «aperto a tutti» per verificare le disponibilità e, per primo, il M5S aveva aderito portando una bozza di 10 punti programmatici sui quali confrontarsi. Il tavolo è tutt’ora aperto ma le alleanze sembrano delineate restando da risolvere solo problemi per lo più organizzativi. Un paio di giorni fa c’è stato un nuovo incontro di coalizione e un comunicato congiunto di Pd e 5Stelle che hanno confermato la sintonia assieme alla necessità di affinare tutti i temi programmatici avendo coinvolto anche le altre forze civiche e progressiste. Un rush finale «che richiede grande prudenza»ha commentato il segretario Pd. Grande soddisfazione espressa anche da Europa Verde, Verdi, Sinistra italiana e Possibile – riuniti sotto la sigla Avs e con la spada di Damocle delle 5.000 firme da raccogliere in tempi strettissimi – che «disponibili al dialogo e alla costruzione di ponti» guardano con favore a «una coalizione più efficace possibile».

A giorni si terranno le assemblee degli iscritti, le riunioni delle segreterie e qualche ultimo incontro di coalizione: la ratifica del programma e le liste sembrano in dirittura d’arrivo. Già circola qualche nome sul candidato presidente da contrapporre al leghista Massimiliano Fedriga e sta maturando l’idea che potrebbe essere individuato in una personalità legata ai territori e ai movimenti, di competenza ed esperienza ma senza una etichettatura politica troppo marcata. Un passo indietro che trova la disponibilità esplicita sia del Pd che del M5S che appaiono mantenere un atteggiamento pragmatico, impegnati a fare «un passo alla volta» avendo definito la volontà di lavorare per un obiettivo comune. In una battaglia che non si presenta facile, tutt’altro, mentre Fedriga si presenta con una propria lista che mantiene il logo della Lega ma sulla quale campeggia solo il suo nome. Una battaglia durissima che, comunque vada, ha il pregio di rappresentare qualcosa di nuovo sul quale si potrà magari continuare ad investire.