«Accordo eccezionale», vinta la lotta degli sceneggiatori
Hollywood Dopo la ratifica da parte degli iscritti, il sindacato dichiarerà la fine dello sciopero iniziato il 2 maggio. Le ultime giornate di contrattazione, l’elogio di Biden, i dettagli da svelare
Hollywood Dopo la ratifica da parte degli iscritti, il sindacato dichiarerà la fine dello sciopero iniziato il 2 maggio. Le ultime giornate di contrattazione, l’elogio di Biden, i dettagli da svelare
L’accordo «di massima» raggiunto domenica sera dovrebbe – dopo la ratifica – porre termine allo sciopero iniziato lo scorso due maggio. Se approvato dai membri il nuovo contratto triennale concluderà la vertenza sindacale più lunga ed aspra del cinema americano. L’annuncio è giunto al termine della quinta seduta fiume da quando le trattative erano riprese la scorsa settimana. Gli ultimi giorni avevano visto l’interessamento diretto di quattro principali amministratori, Bob Iger (Disney), Ted Sarandos (Netflix), Donna Langley (NBC/Universal) e David Zaslaw (Warner Bros./Discovery), che erano stati fortemente criticati per i mega compensi che le fasce direttive ricevono pur mentre lamentano la crisi del settore.
Entrambe le parti sono state di recente sotto crescente pressione per trovare un accordo ad una vertenza che ha paralizzato le produzioni ed è costata centinaia di milioni di dollari alla fabbrica del cinema e indotto connesso.
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Sciopero, attori e sceneggiatori contro il nuovo fordismo digitaleLa notizia è stata accolta con sollievo, in una Hollywood dove il blocco ha provocato seri disagi ad autori e maestranze, cancellato i talk show ed obbligato il rinvio di diverse uscite in sala e di alcune premiazioni come quella televisiva degli Emmy (spostata da settembre a gennaio). Anche se l’accordo con il sindacato degli sceneggiatori (Wga) verrà ratificato, rimangono in sciopero per ora i 140.000 attori iscritti al sindacato Sag che hanno incrociato le braccia il 14 luglio scorso. Mentre le produzioni non potranno riprendere prima di una risoluzione anche per gli attori, si prevede che l’accordo Wga possa spianare la strada anche in questo senso.
Le produzioni non potranno riprendere prima di una risoluzione anche per gli attori, ma si prevede che l’accordo degli autori possa spianare la stradaIl risultato è stato commentato positivamente anche dal presidente Biden che lo ha lodato come dimostrazione dell’efficacia della contrattazione collettiva, «non vi è migliore alternativa che quella di impiegati e datori di lavoro che negoziano in buona fede regole che giovano alle imprese e assicurano ai lavoratori la retribuzione, i benefici e la dignità che meritano» si legge in una nota della Casa Bianca. «Ricordo ad ogni azienda che i lavoratori – siano scrittori, attori o metalmeccanici – meritano un’equa parte del valore che il loro lavoro ha contribuito a produrre».
Il riferimento di Biden è indirizzato anche allo sciopero indetto la scorsa settimana dai metalmeccanici della Uaw contro i tre grandi costruttori di automobili. In ogni caso il presidente ha preso netta posizione a favore dei sindacati, anche nell’ottica della campagna presidenziale in cui il sostegno delle unions potrebbe risultare cruciale. A Hollywood come a Detroit, inoltre, le vertenze potrebbero contribuire a definire i diritti dei lavoratori negli anni a venire, dopo che la pandemia ha ingigantito disuguaglianze e precariato da gig economy sullo sfondo di modelli in forte evoluzione dovuta alla competizione globale e alle nuove tecnologie. Un momento in cui, come ha detto Fran Drescher, presidente del sindacato degli attori (Sag), è urgente più che mai tutelare la qualità del lavoro e della vita alla luce di una rinnovata rapacità del padronato.
LO SCIOPERO rimane tecnicamente in vigore almeno fino a quando il direttivo del sindacato decreterà di terminare ufficialmente la vertenza. Successivamente tutti gli 11.500 iscritti dovranno votare per ratificare il testo del contratto, attualmente al vaglio degli avvocati. Tuttavia, il sindacato si è detto pienamente soddisfatto. Le richieste del Wga comprendevano l’entità dei compensi, specialmente relativi alle serie in streaming. Alle piattaforme gli autori chiedevano anche maggiore trasparenza sugli ascolti per poter eventualmente indicizzare maggiori compensi per le serie di successo e calcolare i diritti d’autore (residuals) in base alle visualizzazioni. Un’altra richiesta riguardava il numero minimo di scrittori assunti nelle writers rooms. Rimaneva infine il nodo delle modalità di impiego dell’intelligenza artificiale e dell’integrazione di «sistemi generativi» nella filiera di produzione. I dettagli del contratto potrebbero non essere noti per qualche giorno ancora, ma nella nota si legge che «comprende accordi in principio su tutti i punti. Siamo orgogliosi di poter affermare che questo risultato è eccezionale e contiene significative conquiste per autori in ogni settore del nostro sindacato».
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