Majorino: «Accelerazione autoritaria pazzesca per coprire l’orrore delle deportazioni»
L'intervista Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione del Pd: "Meloni gioca a fare la vittima del sistema in una sorta di operazione di tipo paranoico, ma il fallimento delle scelte allucinanti fatte è evidente"
L'intervista Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione del Pd: "Meloni gioca a fare la vittima del sistema in una sorta di operazione di tipo paranoico, ma il fallimento delle scelte allucinanti fatte è evidente"
Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione del Pd, l’attacco del governo alla magistratura sembra arrivato a un nuovo livello, Schlein ha parlato di «scontro gravissimo».
Siamo di fronte ad un salto di qualità. C’è stata un’accelerazione autoritaria pazzesca da parte del governo che in queste ore sta esplicitamente mettendo in discussione l’operato della magistratura. E volutamente sta confondendo le acque per coprire i propri errori, utilizzando il tema dell’immigrazione non solo, com’è sempre accaduto, per fomentare una politica fondata sul rancore ma pure per colpire minacciosamente gli poteri dello Stato.
La presidente del Consiglio è sembrata sorpresa dalla non convalida dei fermi da parte del tribunale civile di Roma, ma fin dalla sentenza della Corte Europea si poteva prevedere che sarebbe finita così
Gioca a fare la vittima del sistema in una sorta di operazione di tipo paranoico: “Ce l’hanno tutti con noi”. Ma il fallimento delle scelte allucinanti che hanno fatto è evidente. Come ha giustamente ricordato la nostra segretaria, non si può giocare con la giustizia europea: vengono meno i requisiti per stare nell’Unione.
Gli europarlamentari dem hanno chiesto la procedura di infrazione contro il governo. E la destra vi accusa di essere anti italiani.
Non è un danno verso l’Italia, semmai una forte presa di posizione a fronte del disastro che il governo italiano sta compiendo sul terreno umanitario e del rispetto del diritto internazionale.
La redazione consiglia:
Nordio contro gli ex colleghi. Le opposizioni: «Si dimetta»Avete contestato il costo dell’operazione albanese, quasi un milione di euro. È evidente il tentativo di rispondere alla propaganda di destra sui 35 euro a migrante ma se avesse funzionato non sarebbe stato meglio. Si tratta di deportazioni.
La nostra critica principale prescinde dai costi e riguarda il modello agghiacciante dell’esternalizzazione delle frontiere che purtroppo in Europa è stato sperimentato a più livelli negli ultimi anni. Era sbagliato in Libia e sulla rotta balcanica, così come sono sbagliati gli accordi con la Tunisia e con l’Albania. Quest’ultima è la pagina più terribile perché proprio sancisce la legittimità della deportazione delle persone, non si tratta nemmeno più di muri. La questione dei soldi diventa rilevante nel momento in cui non ci dicono che non ci sono abbastanza risorse per affrontare le liste d’attesa. Invece li hanno messi su questo progetto terribile, peraltro facendo un disastro e cadendo in palese contraddizione con gli atti che loro stessi hanno realizzato, come le valutazioni della Farnesina sui Paesi sicuri.
Ha nominato la Libia: l’operazione firmata da Minniti era forse giuridicamente inappuntabile ma dal punto di vista dei diritti umani rimane inaccettabile.
Il Pd sta dicendo con molta chiarezza che quello è stato un errore. Lo sostenevo allora e lo sostengo adesso, così come Schlein che in questi mesi è stata chiarissima. Non abbiamo nulla da dover dimostrare. Minniti secondo me ha peccato di presunzione: partiva dall’illusione che nei centri di trattenimento potessero essere rispettati i diritti umani. La nostra linea di oggi è mai più campi, mai più esperimenti come quello libico. Ma la prima urgenza è cancellare la Bossi – Fini.
La redazione consiglia:
Meloni prepara la guerra d’AlbaniaÈ da qui che parte la proposta di legge che il Pd ha presentato in Senato sull’immigrazione?
Si tratta di un modello radicalmente diverso da quello della destra alla quale conviene coltivare l’emergenza: non cercano di prevenire i flussi ma di gestirli con la repressione. Noi pensiamo sia indispensabile creare un sistema di vie legali e sicure per arrivare in Europa e questo vuol dire anche controllare le frontiere. Oggi le persone sono costrette ad arrivare irregolarmente attraverso i barconi, mettendosi nelle mani dei trafficanti, noi crediamo invece che i permessi temporanei per la ricerca del lavoro potrebbero essere molto utili per non finire nella spirale dell’illegalità, prodotta dalla povertà e dell’emarginazione sociale, illegalità che va comunque repressa duramente intensificando le azioni contro i trafficanti di uomini.
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