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Accanimento terapeutico, il caso Lambert infiamma la Francia

Accanimento terapeutico, il caso Lambert infiamma la FranciaManifestazione in Francia contro lo stop all’alimentazione forzata – LaPresse

Riprese alimentazione e idratazione forzate La moglie dell’infermiere, dal 2008 è in stato vegetativo in seguito a un incidente stradale, denuncia i genitori dell’uomo. In attesa del parere del Comitato internazionale dell’Onu

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 22 maggio 2019

La battaglia giudiziaria sul caso di Vincent Lambert è ripresa e invade la politica. Le scene sguaiate di esultanza che hanno accompagnato nella notte di lunedì l’ultima decisione giudiziaria sul triste caso dell’infermiere di 42 anni, che dal 2008 è in stato vegetativo in seguito a un incidente stradale, hanno suscitato indignazione nel mondo politico, al centro e a sinistra, mentre la destra si compiace di una decisione che ha «fatto piegare il governo francese».

Tardi nella serata di lunedì, la Corte d’appello di Parigi, con una decisione sorprendente, ha accolto la richiesta di parte della famiglia di Vincent Lambert, che si oppone alla sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione del paziente, in applicazione della legge Claeys-Leonetti del 2016, per una morte nella dignità, che permette di evitare un’«ostinazione irragionevole». L’alimentazione e l’idratazione, che erano state sospese nella giornata di lunedì, sono riprese. È l’ultimo episodio di una già lunga storia, che non avrebbe dovuto diventare una notizia se non ci fosse stata la divisione dei famigliari con la moglie, un nipote, una sorella e un fratello contrari all’accanimento terapeutico da un lato e i genitori e sei tra fratelli e sorelle dall’altro che volevano continuare a tenerlo in vita artificialmente. La ministra della Sanità, Agnès Buzyn, ha raccomandato a tutti i cittadini di far conoscere la propria scelta, compilando le «direttive anticipate»: se Vincent Lambert avesse lasciato un testamento la battaglia giudiziaria non avrebbe avuto luogo. Adesso i genitori di Vincent Lambert vogliono trasferire il figlio dall’ospedale di Reims in una struttura specifica, «più benevola». Il nipote parla di «sadismo puro»: «Non credo più al dolore dei genitori – ha affermato – è il militantismo che da anni ha preso il sopravvento». I genitori sono membri della Fraternità San Pio X, un’organizzazione integralista cattolica e hanno militato contro l’aborto nell’associazione Laissez-les vivre.

Gli avvocati e i militanti integralisti si sono lasciati andare a scene inquietanti. Un avvocato dei genitori, appena conosciuta la sentenza della Corte d’appello, ha urlato: «Remontada!», «abbiamo vinto!». La madre, che aveva girato un video all’ospedale, lo ha diffuso sul sito del settimanale di estrema destra Valeurs actuelles. «Inqualificabile» per la moglie di Vincent Lambert. Il mondo politico ha reagito ieri. La République en Marche ha denunciato la «strumentalizzazione politica» del triste caso e per il ministro dell’Agricoltura, Didier Guillaume, la legge dovrà essere precisata nella discussione sulla bioetica, nelle prossime settimane. Raphaël Glucksman, capo-lista Ps-Place Publique, si è indignato di fronte a «immagini da festa calcistica» che «entrano direttamente nel Pantheon dell’indecenza umana». La capo-lista della France Insoumise, Manon Aubry, chiede una legge più chiara, come in Belgio. La destra si è schierata con i genitori integralisti. Il capolista dei Républicains, François-Xavier Bellamy, si è detto «felice» per la decisione della Corte d’appello: «in gioco è il rapporto con la dipendenza», non una questione di accanimento sanitario.

La decisione della Corte d’appello di Parigi, a cui si erano rivolti i genitori, ha accolto la domanda di ripresa delle cure, come «misura provvisoria», in attesa del parere del Comitato internazionale dell’Onu dei diritti delle persone handicappate. Questo parere non è atteso prima di sei mesi.

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