Abusi su minori impuniti, il Csm sospende la pm Sinatra
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Abusi su minori impuniti, il Csm sospende la pm Sinatra

Il caso È la magistrata al centro del caso Creazzo. Per lei sei mesi di stop e il trasferimento alla sezione civile di Caltanissetta
Pubblicato 11 mesi faEdizione del 15 novembre 2023

La storia, in sé, è di quelle piccole: una sostituta procuratrice di Palermo sospesa dal servizio per sei mesi e trasferita al tribunale di Caltanissetta con funzioni di giudice civile. Il fatto è che questa storia è l’ennesimo capitolo di una battaglia che, ormai da anni, si consuma a colpi di carte bollate e di spifferi, tra un procedimento davanti al Csm e un retroscena fatto filtrare fuori dai ristretti ambienti giudiziari. La sostituta procuratrice in questione, infatti, si chiama Annalisa Sinatra ed è una figura centrale del cosiddetto caso Creazzo, che incrocia accuse di molestie e messaggini, con gli inevitabili «procedimenti disciplinari» a regolare i conti in sospeso.

Era lo scorso febbraio quando il Csm sanzionò con una censura la pm Sinatra perché, dal telefono di Luca Palamara – appartenente alla sua stessa corrente, Unicost – uscirono fuori le chat in cui lei chiedeva con particolare insistenza di bloccare la nomina del magistrato Giuseppe Creazzo a procuratore di Roma. «Giurami che il porco cade subito», scriveva Sinatra a Palamara, uomo ritenuto abilissimo a muovere le cordate interne al Csm. Il riferimento di Sinatra, comunque, era a una vicenda precedente: il racconto di una serie di molestie sessuali di Creazzo nei suoi confronti. Sinatra non ha mai denunciato la cosa ufficialmente, ma quando le intercettazioni vennero fuori, il Csm arrivò a sanzionare Creazzo, sia pure in forma assai lieve, con la perdita di due mesi di anzianità. 

Anche Sinatra però è stata sanzionata per quella storia: la pg della Cassazione Mariella De Masselis ritenne provate sia la «condotta abusante» di Creazzo sia le scorrettezze di Sinatra per bloccare la di lui carriera, ma non chiese alcuna sanzione perché l’azione di Palamara non si realizzò mai. L’ascesa di Creazzo, alla fine, non era stata frenata da qualche manovra di corrente, ma dall’uscita delle chat che raccontavano le molestie. Un evento ritenuto imprevedibile e, dunque, non attribuibile ad alcuna pressione. 

Adesso Sinatra è finita nei guai per una serie di inerzie e ritardi nella definizione di inchieste su violenze e abusi sessuali – alcune delle quali con vittime minorenni -, con i reati rimasti impuniti a causa della prescrizione. Una condotta ritenuta negligente. Da qui i sei mesi di sospensione e lo spostamento a Catania, nella sezione civile. L’accusa aveva fatto richieste molto meno pesanti: tre mesi di anzianità professionale e basta.

«Non si ricorda a memoria d’uomo una sentenza così pesante per incolpazioni di questo tipo, che supera di gran lunga ancora una volta la richiesta della procura generale della Cassazione», commenta il professore Mario Serio, che ha difeso Sinatra davanti alla sezione disciplinare del Csm.

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