La storia di quel tipo di Intelligenza Artificiale che sta cambiando il mondo, cioè quella che simula in modo generativo i comportamenti linguistici umani, inizia in Italia.

Siamo nel primo dopoguerra quando Padre Roberto Busa (1913 – 2011), fresco di seminario, incaricato di studiare l’opera di Tommaso d’Aquino, ha l’idea di usare il calcolatore elettronico, ai suoi esordi in società, per computare l’indice delle concordanze (i contesti di uso delle principali parole) nell’opera del santo.

Al tempo delle schede perforate, tuttavia, l’impresa appariva ardua e costosissima. La leggenda dice che sia stato lo stesso rappresentante di Dio in terra a convincere Thomas J. Watson, fondatore di IBM, a finanziare e realizzare l’impresa attraverso la filiale italiana.

Fu così che nacque il centro di ricerca IBM di Pisa e furono attivate collaborazioni con Università e Cnr, il che fece di quella città la culla della nascente linguistica computazionale.

Nel declino dell’informatica italiana (si pensi alla vicenda di Olivetti), linguistica computazionale e tecnologie del linguaggio naturale sono in seguito riuscite a rimanere a galla.

Al polo pisano si aggiunse quello trentino con la Fondazione Bruno Kessler e nelle Università di Roma, Venezia, Torino, Bologna, Bari si iniziò a fare ricerca di eccellenza.

In genere si può dire che dall’esperienza dell’Index Thomisticus proliferò una scuola nazionale di tutto rispetto. Ancora a Pisa, nel 2014, si tenne la prima Italian Conference on Computational Linguistics (CLiC-it), dove si riunì una comunità di ricerca divenuta multidisciplinare e con forti legami internazionali.

Il prossimo anno la conferenza tornerà nel capoluogo toscano a celebrare il suo decennale.

Questa comunità scientifica si trova oggi davanti ad una sfida epocale: quella di aiutarci a utilizzare le capacità dei nuovi automi linguistici conoscendone anche i limiti e i pericoli, facendo in modo che il Paese “ove il sì suona” non resti ai margini di ciò che accade nel mondo. Ma anche, e soprattutto, che non si abbandoni alla dipendenza dalle tecnologie dei grandi monopolisti del digitale.

Il boom di CLiC-it 2023

la redazione del manifesto digitale con Guido Vetere (al centro) al convegno Clic-it di Venezia 2023, foto il manifesto
La redazione del manifesto digitale con Guido Vetere (al centro) al convegno Clic-it di Venezia 2023, foto il manifesto

L’edizione di CLiC-it 2023 si è tenuta a Venezia alla fine di novembre, e il manifesto ha colto l’occasione per presentare MeMa (Memoria Manifesta) come progetto di una intelligenza linguistica che vive tra persone in carne ed ossa (qui il pdf del paper presentato a Venezia 2023).

Questa nostra esperienza potrà crescere e arricchirsi coltivando lo scambio continuo con una comunità di ricerca chiamata a svolgere un importante ruolo sociale.

Contribuire a questa storia, iniziata settanta anni fa e arrivata oggi al culmine, è un impegno che assumiamo con la consapevolezza che si tratta di un agire che va ben oltre i confini del nostro collettivo.

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L’edizione di CLiC-it 2023 è stata organizzata da Gianluca Lebani (Ca’ Foscari), Federico Boschetti (Cnr/Ca’ Foscari), Bernardo Magnini (Fondazione Bruno Kessler – ex presidente di Ailc) e Nicole Novielli (Università degli Studi di Bari Aldo Moro) presso l’Auditorium Santa Margherita – Emanuele Severino di Ca’ Foscari a Venezia.

Il convegno è stato un vero successo: 213 i partecipanti registrati (un aumento del 57% in due edizioni), con 75 contributi scientifici originali accettati dopo un lavoro di referaggio da parte di reviewer e metareviewer anonimi più altre 20 research comunications (lavori accettati in altre sedi e presentati a CLiC-it per via della loro significatività).

In totale nei due giorni centrali si sono susseguite 32 presentazioni orali e ben 75 poster, tra cui quello del manifesto.

Il poster con la presentazione di MeMa a CLiC-it 2023