«Benvenuti nel regno della razza umana» mormora Jena Plissken nel finale di Fuga da Los Angeles, dopo aver disattivato con un semplice telecomando tutta le tecnologia sulla terra. Semplice quasi quanto un errore di aggiornamento di sistema che dall’Alaska a Roma – veicolato dal quasi monopolio globale di Microsoft -, getta nello scompiglio trasporti, banche e istituzioni finanziarie, ospedali, media.

Il caos generato dal bug di CrowdStrike è più evidente negli aeroporti dove centinaia e migliaia di persone sono ammassate in attesa di voli in ritardo di ore, o cancellati, e di informazioni che non arrivano mai. Cinquanta venerdì erano i voli cancellati al solo aeroporto di Fiumicino – 4.295 in tutto, nel pomeriggio di ieri, in tutto il mondo: il 3.9% del totale. Il paese più colpito sono gli Stati uniti: 500 voli cancellati già nel primo pomeriggio. Dall’aeroporto di Edimburgo alcuni turisti americani hanno sborsato quasi 6.000 euro per poter tornare a casa.

NEL REGNO UNITO, il National Health Service è stato fra i servizi sanitari più colpiti da questo millennium bug ritardatario di 24 anni: appuntamenti saltati, e anche interventi chirurgici, servizi di primo soccorso che chiedono ai pazienti di chiamare le linee di emergenza solo nei casi più gravi, mentre negli Usa in almeno tre stati la linea d’emergenza 911 non era accessibile.
A Downing Street si è riunita d’emergenza il Cobra, il comitato per le emergenze nazionali, in Usa è stato informato sull’emergenza – nonostante il confinamento per il Covid – il presidente Joe Biden, mentre in Italia per stimare gli effetti dell’interruzione dei servizi si è riunito il Nucleo per la cybersicurezza dell’Agenzia per la cybersecurity nazionale. «L’impatto del crash informatico del software CrowdStrike è stato tendenzialmente avvertito dai paesi occidentali e non da quelli orientali e dall’Africa perché i primi impiegano Crowdstrike per i servizi di protezione cibernetica», è una delle valutazioni del nucleo. Sempre in Italia, l’indice Ftse Mib resta “fermo”, senza aggiornamenti, per ore, mentre il caos raggiunge anche il London Stock Exchange e a Wall Street si assiste al calo delle quotazioni di Microsoft (-1,9%, non pochissimo per una compagnia multimiliardaria) e un crollo di -15% dell’agenzia (ironicamente) di cybersecurity CrowdStrike.

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SKY NEWS è solo una delle più grandi compagnie mediatiche che venerdì si sono ritrovate in difficoltà ad andare in onda a causa del blackout informatico. A New York i dipartimento per i Servizi finanziari ha diramato l’allarme contro possibili attacchi cyber, «spesso» condotti mentre lo staff di sicurezza informatica «è distratto». Più tardi anche l’agenzia nazionale sulla cybersecurity ammonisce i cittadini di prestare attenzione, «restare vigili e seguire solo le istruzioni di fonti legittime»: non meglio specificati hacker starebbero cercando di approfittare della situazione.

ENEL E ENI comunicano di essere al lavoro sulla risoluzione dei «disservizi», ma come spiega il New York Times per domare completamente il caos potrebbero volerci giorni perché è richiesto un intervento umano per riavviare i sistemi – il più classico dei «ha provato a spegnere e riaccendere il modem?» che improvvisamente diventa l’unica soluzione possibile al più grande bug informatico globale mai registrato. «Il più grande fallimento informatico di tutti i tempi» lo definisce il Ceo di Tesla Elon Musk sulla sua piattaforma X, e per una volta sembra avere ragione perché non si erano mai registrati incidenti con conseguenze così ampie sulla popolazione globale. «Siamo profondamente addolorati per il danno che abbiamo causato a consumatori, viaggiatori, e chiunque altro sia stato colpito in tutto il mondo», si è precipitato a dichiarare il Ceo di CrowdStrike George Kurtz in un’intervista televisiva al Today Show della Nbc.

FIN DAI PRIMI momenti del blackout informatico è stato comunicato che non si trattava di un attacco cyber, ma di un “semplice” errore. Il caos di ieri – destinato a protrarsi in maniera più lieve per giorni – rappresenta però un monito su ciò che la guerra informatica potrebbe rappresentare per la «razza umana».