Europa

A tutto Oil: approvato il programma trivellazioni

A tutto Oil: approvato il programma trivellazioniRosebank – Ansa

Piattaforma petrolifera al largo della Scozia. L’ultima trovata per la «sicurezza energetica» del conservatore Rishi Sunak

Pubblicato circa un anno faEdizione del 29 settembre 2023

Con l’avvicinarsi di elezioni in cui il suo partito rischia di sparire dal radar per molte legislature, il leader conservatore Rishi Sunak (20 punti dietro ai laburisti) sta picconando l’impegno britannico contro il “cambiamento” climatico (leggi arrostimento globale). Ultima in ordine di tempo, l’approvazione di un programma di trivellazioni petrolifere al largo della costa settentrionale scozzese a Rosebank, un’ottantina di miglia ad ovest delle Shetland. Il sito conterrebbe 300 milioni di barili di petrolio pronti a essere estratti e bruciati a fine 2026. Tutto per la «sicurezza energetica» nazionale.

La piattaforma potrebbe produrre 69.000 barili – circa l’8% della produzione giornaliera del Regno Unito – e più di un milione di metri cubi di gas al giorno nei primi 10 anni. Oltre, naturalmente, a 200 milioni di tonnellate di anidride carbonica, l’emissione annuale equivalente di 56 centrali termoelettriche a carbone: un inquinamento di Co2 maggiore delle emissioni combinate di 28 Paesi a basso reddito in cui vivono oltre 700 milioni di persone (fonte: Banca Mondiale).

Insomma, un toccasana per l’ambiente che non farà altro che accelerare il turbine di disastri climatici dietro l’angolo. Per di più, negoziato con il proprietario parziale del giacimento: un gruppo norvegese che, medesimo, intascherà i proventi di un’operazione spacciata come a vantaggio del fabbisogno energetico del Paese con la scusa ormai ubiqua della guerra in Ucraina. Nemmeno una goccia di questo petrolio finirà, infatti, nelle lampade delle case britanniche: sarà piuttosto venduto sul mercato, senza nemmeno sfiorare i prezzi folli delle utenze domestiche nazionali. Il tutto a vantaggio di un comparto che già totalizza utili pornografici e gode di sgravi fiscali indecenti.

Intuibili le grida di rabbia e di dolore degli ambientalisti: l’annuncio è stato bollato come poco serio, patetico, moralmente osceno. Naturalmente, oltre alla sicurezza, anche quest’ultima decisione ecocida di Sunak viene presa nel nome del pragmatismo: l’avvicinarsi delle elezioni ha persuaso il premier a smantellare tutte le promesse fatte in questo senso dal predecessore Johnson.

Gli obiettivi di zero emissioni entro il 2050 saranno raggiunti lo stesso, ha assicurato un Sunak che pare uscito dalla penna di Collodi: a qualche giorno addietro risale il suo annuncio di mettere ai voti la procrastinazione dal 2030 – come per il resto dell’Ue – al 2035 del limite entro il quale sarà sospesa la vendita di auto a motore termico, e della possibilità di continuare la vendita dell’usato di quegli stessi veicoli. La mossa ha fatto inferocire non solo gli ambientalisti, ma gli stessi gruppi automobilistici: che stanno investendo cifre oscene per la riconversione elettrica in vista di quella scadenza. Altra posticipazione annunciata, quella dell’eliminazione delle caldaie a gas per uso domestico.

Non che il Labour targato Starmer si sottragga all’imperversante temperie elettoral-pragmatista: sebbene contrario all’operazione Rosebank, ha già annunciato che non revocherà la licenza alle trivellazioni in caso vinca le prossime elezioni, pur ribadendo la propria intenzione di interrompere simili future operazioni nel mare del Nord.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento