ExtraTerrestre

A piedi nelle Terre Mutate

Libri Un itinerario di trekking solidale da Fabriano a L’Aquila, nei luoghi trasformati dal terremoto. E un libro di «narrativa militante»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 14 marzo 2019

Presentiamo, fresco di stampa, il libro-guida del primo trekking solidale d’Italia – il Cammino nelle Terre Mutate – pubblicato da Terre di Mezzo e curato dalle tre associazioni che l’hanno progettato e promosso: Movimento Tellurico, Associazione Proletari Escursionisti – Roma e Federtrek. Dopo il grande successo della prima che si è tenuta a Milano negli spazi di Fa’la cosa giusta, le presentazioni militanti gireranno l’Italia con lo stesso approccio collettivo che ha visto concretizzarsi questo piccolo grande sogno a soli due anni dalla sua ideazione.

L’itinerario, di circa 250 km, si snoda da Fabriano a L’Aquila per complessive 14 tappe che attraversano tutto il territorio maggiormente colpito dalle interminabili scosse iniziate dal tragico 24 agosto 2016 per arrivare a toccare il capoluogo abruzzese: ormai la nostra Santiago laica per essere il punto d’arrivo annuale delle lunghe marce che il Movimento Tellurico organizza dal 2012. Il Cammino nelle Terre Mutate vuole essere soprattutto una narrazione militante di un territorio che non sarà più lo stesso perché trasformato nel profondo nella dimensione fisica dei luoghi e nella sfera individuale e collettiva delle comunità. Come accade sempre, in un Paese che non ha mai voluto affrontare seriamente una vera prevenzione antisismica, ad essere modificata non è la morfologia delle nostre montagne, che continuano a presentarsi nella loro straordinaria bellezza, ma un diffuso patrimonio di piccoli borghi antichi custodi di un immenso patrimonio culturale e monumentale. Da questo contrasto tra bellezza intatta del paesaggio naturale e la distruzione di quello umano, le associazioni promotrici vogliono ripartire coinvolgendo attivamente le realtà territoriali e provare a costruire un nuovo modo di abitare la montagna. Il Cammino deve essere luogo d’incontro di un turismo responsabile e solidale con comunità che provano a costruire una nuova autenticità liberata dalla colonizzazione della cultura urbana. Nei due anni in cui abbiamo organizzato le nostre camminate collettive per studiare l’itinerario (quest’anno da fine giugno ci sarà la terza edizione in occasione dei 10 anni dal terremoto dell’Aquila), abbiamo raccolto moltissime storie di resistenza che provano a ragionare su un nuovo futuro, nonostante le mille difficoltà denunciate con puntualità anche da questo giornale attraverso la firma di Mario di Vito.

Il Cammino vuole essere uno strumento a disposizione di queste tante storie ed altre che arriveranno per far conoscere, a dei viandanti che vorremmo fossero consapevoli e responsabili, una progettualità diffusa che prova ad essere innovativa ma che ad oggi ha il grande limite di non riuscire a fare rete. Tra le tante storie importanti riportate nella guida del Cammino, alcune ormai note, mi colpiscono in particolare quelle al femminile: donne straordinarie che stanno dimostrando una forza incredibile. Patrizia ad Ussita aveva la sua casa presso la quale gestiva un piccolo b&b con vista sul Monte Bove, uno degli angoli più belli dei Monti Sibillini, ma le scosse interminabili del 26 e 30 ottobre 2016 gli hanno tolto tutto: casa e lavoro. Patrizia, nonostante tutto, ha deciso di non andare via per prendersi cura della propria terra ferita e fin dall’inizio è nel progetto del Cammino aiutandoci a farlo permeare nel tessuto fragile della comunità locale. Assunta la straordinaria tessitrice appenninica, diventata ambasciatrice del Parco Gran Sasso Laga, non si è mossa nemmeno per un giorno dalla sua Campotosto, distrutta con le scosse del 18 gennaio 2017 rese invisibili ai media per la contestuale tragica valanga di Rigopiano. Anche Assunta è dentro il progetto con la sua energia virale che sta coinvolgendo altre straordinarie persone della zona. Ad Arquata si è trasferita, dopo il sisma, Elena che insieme ad alcune guide escursionistiche locali sta rimettendo in piedi un rifugio per ospitare il passaggio degli escursionisti. Chiara ha lasciato Bologna ed è tornata a vivere nelle sue Marche ferite per animare il territorio con C.A.S.A. (Cosa Accade Se Abitiamo) che quest’anno ospiterà il Festival itinerante Itacà, dedicato al tema della «restanza», tanto caro a Vito Teti.

Nel frattempo ci sono donne come Veruska, delle Brigate Solidali, che fin dai primi giorni del sisma segue progetti legati a nascenti cooperative di comunità senza mai dimenticare la sofferenza individuale di troppe persone che vivono dentro un’emergenza infinita. L’entusiasmo e le aspettative create dal progetto stanno avendo già i loro frutti come l’attività di ripulitura dei sentieri da parte dell’associazione Vector di Arquata del Tronto: segno tangibile di un rinnovato rapporto di cura con la propria terra ferita. Dopo Milano a presentare la guida saranno le voci narranti che arrivano dal territorio, a partire da quella di domenica 17 marzo a Roma, presso gli spazi di Casetta Rossa all’interno dell’annuale festa dell’Associazione Proletari Escursionisti-sezione Roma, con appuntamento dalle ore 16.

 

  • Presidente nazionale Federtrek

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