A Milwaukee estremisti e vecchie glorie
Stati uniti Anche il terzo giorno di convention si è concluso con Trump che è arrivato puntuale intorno alle 20 per sedersi nella tribuna d’onore e godersi lo spettacolo del partito intero […]
Stati uniti Anche il terzo giorno di convention si è concluso con Trump che è arrivato puntuale intorno alle 20 per sedersi nella tribuna d’onore e godersi lo spettacolo del partito intero […]
Anche il terzo giorno di convention si è concluso con Trump che è arrivato puntuale intorno alle 20 per sedersi nella tribuna d’onore e godersi lo spettacolo del partito intero che gli rende omaggio.
Quello che era entrato come un outsider dalla porta del retro, sbeffeggiato da tutto il Gop, ora ha in mano le chiavi del partito repubblicano e decide lui a chi aprire le porte e a chi chiuderle. Ieri le ha spalancate a un pezzo della sua famiglia, la nipote Kai, figlia 17enne di Don jr che ha il compito arduo di umanizzare The Donald presentandolo in veste di premuroso nonnino, Don jr stesso che introduce l’ospite più importante, JD Vance, appena indicato da Donald Trump come suo vicepresidente.
Sul palco sale Vance, ma appena inizia a parlare si vede che è l’ombra di se stesso e tiene un discorso fiacco e poco stimolante anche per una platea che esplode in applausi per un nonnulla.
Mette in luce tutti gli aspetti cari a Trump, ma senza alcuna passione. Vance tira in ballo più volte la Cina, e non solo per la crisi del fentanyl ma anche per la concorrenza sleale, tra merci a basso prezzo e manodopera a basso costo.
Poi passa a un altro cavallo di battaglia e si rivolge agli alleati internazionali degli americani, dicendo che “condivideranno l’onere di garantire la pace nel mondo. Non ci saranno più corse gratuite per le nazioni che tradiscono la generosità dei contribuenti americani”.
Ma Vance non è stato l’unico estremista a parlare ieri, prima di lui sullo stesso palco sono saliti destrorsi del calibro di Gregg Abbott, governatore del Texas, fiero anti abortista e anti immigrati, tanto da mandare dal Texas a Washington due autobus carichi di migranti, per lasciarli di fronte la casa di Kamala Harris, la notte di Natale del 2022, quando nella capitale c’erano -26 gradi.
Vecchie glorie di un tempo come Kellyanne Conway, ex consigliera di Trump, una delle collaboratrici più fedeli e longeve. Si è ritirata di sua volontà “per fare la mamma” dopo che la figlia adolescente aveva scritto una lettera pubblica alla deputata socialista Alexandria Ocasio-Cortez chiedendole di adottarla.
Ma quello che è stato accolto come una vera rock star è stato l’ex consigliere commerciale di Trump, Peter Navarro, uscito ieri stesso di galera dove ha scontato 4 mesi di prigione per oltraggio al Congresso dopo aver ignorato un mandato di comparizione da parte della commissione della Camera che indagava sulla rivolta del Campidoglio del 6 gennaio 2021.
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