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A Lampedusa molti sbarchi e poco carburante

A Lampedusa molti sbarchi e poco carburanteBarchini carichi di migranti in difficoltà vicino alla nave Open Arms – Open Arms

Mediterraneo Sulla maggiore delle Pelagie scarseggia la benzina, mentre ieri ci sono stati oltre venti arrivi via mare. La guardia costiera coordina i soccorsi delle Ong

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 agosto 2023

Giornata complicata quella di ieri sull’isola di Lampedusa e soprattutto nelle acque che la circondano. Fino al tardo pomeriggio erano stati oltre venti gli eventi di ricerca e soccorso di imbarcazioni cariche di migranti in difficoltà. In sei di questi è intervenuta, con il coordinamento del centro di soccorso italiano (Imrcc), la nave Open Arms, che stava navigando verso il porto di Civitavecchia assegnatole dopo un primo salvataggio realizzato martedì davanti alle coste libiche.

«È stata una giornata campale. A un certo punto eravamo circondati da barchini in ferro, quelli molto pericolosi usati lungo la rotta tunisina. Ne avevamo intorno una decina», racconta la portavoce dell’Ong Veronica Alfonsi. Sulla nave sono salite 265 persone: 66 sbarcate a Lampedusa, le altre dirette a Napoli (indicato come nuovo porto sicuro). Sulla maggiore delle Pelagie sono scesi anche altri 66 naufraghi soccorsi da Astral, veliero di Open Arms. In area è attivo anche quello dell’Ong Resqship, Nadir.

Tutte le imbarcazioni umanitarie operano su indicazione della guardia costiera. Avviene già da inizio luglio, nonostante le retoriche e le misure muscolari del governo, perché quando arrivano gli sciami di barchini dalla Tunisia e in particolare da Sfax neanche le autorità riescono a stare dietro a tutti i casi. Ieri, però, a questa situazione si è aggiunto un nuovo ostacolo: sulla maggiore delle Pelagie mancava il carburante. Per tutti, motovedette comprese.

L’ex sindaco Salvatore Martello spiega che il problema dipende dal traghetto Siremar che collega l’isola alla Sicilia, con la tratta su Porto Empedocle. «Di fatto è stato requisito dalla prefettura per trasferire i migranti dall’hotspot, ma così si creano problemi ai lampedusani. È ovvio che i trasferimenti devono andare rapidi ma serve una nave dedicata», dice Martello. Le principali difficoltà riguardano la mobilità degli abitanti locali e dei turisti, ma anche l’approvvigionamento di beni necessari. Come il carburante, che era atteso per ieri notte con un trasporto speciale della nave Cossyra.

Capitolo a parte è quello dei pescatori: i ritardi accumulati dal traghetto complicano la vendita del pescato nei mercati siciliani e quando questo rimane sui camion si deprezza rapidamente di metà del suo valore. Nei giorni scorsi c’è stata un’agitazione sindacale sul tema. Il parlamentare regionale Antonello Cracolici (Pd) ha presentato un’interrogazione all’Assemblea siciliana sulla questa vicenda chiedendo di «verificare la possibilità, anche alla luce della dichiarazione dello stato di emergenza e dei fondi europei potenzialmente a disposizione, di potere garantire una unità navale da destinare a tutto ciò che attiene l’emergenza migranti».

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