«Vedi, volevano ammazzarci, ci volevano morti tutti, me e tutte queste povere bestie. E invece siamo qui. In perfetta forma. Abbiamo vinto noi. Banzai». Le «bestie», centinaia di mucche in apparente ottima forma, ci guardano e sembrano annuire, prima di gettarsi sul fieno appena distribuito. Dall’ultima volta che sono stato qui, subito dopo l’incidente nucleare, sembra di stare in paradiso. SEMBRA INCREDIBILE, ma nel deserto nucleare di Fukushima, a pochi chilometri dalla centrale che continua, a distanza di sei anni, a contaminare uno dei suoli più fertili del Giappone, oltre al cervello dei suoi abitanti, c’è qualcuno che festeggia. Masami...