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70 minori palestinesi uccisi dal 7 ottobre nei Territori occupati

70 minori palestinesi uccisi dal 7 ottobre nei Territori occupati

Medio Oriente Il report di Defense for Children International: nel 2023 è triplicato il numero di ragazzi morti

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 14 dicembre 2023

«Maher Abdullah Ahmad Jawabra, 16 anni, è stato colpito intenzionalmente alla testa da un cecchino il 7 dicembre, durante l’incursione dell’esercito israeliano nel campo di al-Far’a, così come Omar Mahmoud Sadeq Abu Baker, 16 anni, colpito al petto il giorno prima nella città palestinese di Yabad, a sud di Jenin». Lo si legge nell’ultimo aggiornamento da parte del Defense for Children International – Palestine (Dcip) ong specializzata nel monitoraggio degli abusi contro i minori da parte delle forze di occupazione israeliane nei Territori Occupati. Sono in totale «70 i minori palestinesi uccisi dal 7 ottobre nella Cisgiordania occupata», secondo quanto riporta la documentazione raccolta dal Dcip che, in questi ultimi due mesi di dura repressione nei Territori, ha visto aumentare esponenzialmente le testimonianze – con l’ausilio di centinaia di foto raccolte sui social – sulle violenze da parte sia dei militari che dei coloni israeliani.

DALL’INIZIO di quest’anno sono almeno 108 i minori palestinesi uccisi: 94 durante gli scontri con l’esercito, 9 in attacchi condotti con i droni e 5 sono stati colpiti da missili lanciati da elicotteri. Senza contare gli oltre 6mila bambini uccisi e rimasti sotto le macerie dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza.
«I minori palestinesi vivono in un ambiente ipermilitarizzato in cui le forze israeliane entrano abitualmente nelle comunità di notte per effettuare arresti, sparare e uccidere palestinesi, compresi bambini. Quest’anno le forze israeliane hanno triplicato il numero di minorenni uccisi e arrestati in Cisgiordania rispetto al 2022», ha affermato Ayed Abu Eqtaish, direttore del Dcip.

QUANDO SI GUARDA l’elenco dei prigionieri palestinesi liberati durante la tregua dei giorni scorsi, la prima cosa che colpisce è la loro età. La stragrande maggioranza – 267 circa – ha 18 anni, una decina di ragazzi ha meno di 14 anni. Tra il 2016 e il 2023, il Dcip ha raccolto dichiarazioni giurate di oltre 766 minori palestinesi detenuti dall’esercito israeliano e processati nei tribunali militari, con l’obiettivo di documentare i maltrattamenti e le torture perpetrate.
Alcuni sono stati condannati per «tentato omicidio», mentre la maggior parte è stata condannata per «lancio di pietre», accusa per la quale si rischiano 20 anni di carcere. Sebbene gli standard internazionali affermino che «i civili non dovrebbero mai essere portati davanti ai tribunali militari», Israele rimane l’unico paese al mondo a perseguire sistematicamente i minori nei tribunali militari.

Secondo il report, all’arrivo nei centri di detenzione israeliani – normalmente Megiddo, Telmond e Ramle -, «l’80% dei minori viene perquisito e subisce da subito violenze o torture da parte dei soldati israeliani. E vengono interrogati senza la presenza di un membro della famiglia o di un avvocato», in totale violazione del diritto internazionale.

UN MINORE su quattro viene messo in isolamento, prima del processo, nel tentativo di «estorcere confessioni» – un metodo considerato tortura dalle Nazioni unite – con un tasso di condanne superiore al 95%. Una cifra che indica quanto sia «minimo il rispetto dei diritti umani da parte della giustizia israeliana», secondo numerose Ong.
«La liberazione dei giovani detenuti durante la tregua è stata vana, visto che dalla sua conclusione sono almeno 200 i minori nuovamente detenuti nelle carceri israeliane, con almeno 10 ragazzi fermati ogni giorno», ha spiegato Miranda Cleland, responsabile comunicazione del Dcip.

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